La qualità della vita a Napoli: tra Pomigliano e Posillipo

Il Circolo Posillipo. Foto di Carola Pagani

“Un oasi di lusso nella capitale della mafia”, titolava un periodico peruviano che ha pubblicato di recente questo fotoreportage sulla vita quotidiana del circolo Posillipo a Napoli. Eppure, nonostante i tanti indizi che sembrano dimostrare il contrario, Napoli non può essere ancora assimilata allo stereotipo della città sudamericana, con i ricchi chiusi nei loro bunker dorati e il popolo per strada a scannarsi a colpi di revolver. Sia perché i soci del Posillipo non sono poi così ricchi come si potrebbe immaginare, ma soprattutto perché Napoli, come le città sudamericane, è un posto ben più complesso delle narrazioni univoche che ne fanno i mass media, che ora ve(n)dono solo i morti ammazzati, la legge violata, il caos urbanistico e sociale, mentre negli anni Novanta raccontavano solo di monumenti riaperti, del dinamismo della nuova classe dirigente e del turismo ritrovato. Eppure la camorra controllava i quartieri anche allora, le periferie erano luoghi di seconda classe e i ragazzini cominciavano a farsi di crack e cocaina al riparo dell’invisibilità in cui faceva comodo relegarli; tutte cose che, in quel momento, non andavano troppo di moda.

Un operaio di Pomigliano. Disegno di Cyop&Kaf

Allo stesso modo, ora che le cronache (locali e nazionali) raccontano degli operai napoletani, come accade ormai con frequenza per i cinquemila della Fiat di Pomigliano d’Arco in cassa integrazione da due anni, bisogna stare attenti a non cadere nel tranello, a non semplificare, a non contrapporre in modo troppo automatico le due immagini: ricchi e poveri, ozio e fatica, privilegio e sfruttamento. Certo, questo è quel che salta agli occhi, ma è meglio andare a vedere da vicino: chi sono, da dove vengono, a cosa aspirano gli ultimi rappresentanti di una classe operaia residuale che però, in un contesto di disoccupazione generalizzata, costituiscono ancora un manipolo di “privilegiati” della fatica.
Insomma, o bianco o nero. Per città come Napoli è sempre stato così. Ma chi ha voluto, e vuole, capirci qualcosa in più, non si è fermato alle apparenze. Per questo allora è importante che esistano anche esperienze come questa, per aiutarci a indagare le sfumature.

  • Reportage e articolo di Carola Pagani sul Circolo Posillipo
  • Trailer del film “La fabbrica incerta” di Luca Rossomando, sullo stabilimento Fiat di Pomigliano D’Arco
  • Pagina web di Napoli Monitor, mensile di cronache, disegni, reportage
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