“La Bachillera” e la lotta contro la gentrification a Siviglia

Il Camino del Almez, nella Bachillera (Siviglia)

Come a Barcellona, a Siviglia la gentrification è cominciata negli anni ’80, con la preparazione della Expo del ’92. Però la resistenza e la mobilitazione contro la speculazione immobiliaria non sono sorte fino all’inizio degli anni 2000. La Bachillera, quartiere di autocostruzione di 1500 abitanti nel distretto della Macarena, storicamente era parte della periferia, ma con la Expo ha passato a formar parte di un'”area di nuova centralità”. Gli abitanti sono proprietari delle case, ma i terreni appartengono all’Asociación Sevillana de Caridad, che voleva demolire l’intero quartiere. Il piano iniziale di demolizione è stato bloccato grazie all’organizzazione collettiva di abitanti e tecnici-attivisti, che sono riusciti a collaborare direttamente in un progetto di riabilitazione del quartiere. Si organizzarono assemblee di quartiere, laboratori partecipativi, inchieste porta a porta, una diagnosi consensuata del quartiere, e addirittura un’occupazione di 15 giorni degli abitanti del quartiere nella sede dell’Asociación Sevillana de Caridad.

Dieci anni dopo la prima riunione comune tra abitanti e tecnici (nel 2000), gli abitanti – che sono riusciti ad entrare nella gestione dell’Asociación Sevillana de Caridad per bloccare i suoi piani speculativi – continuano a negoziare il futuro della “Bachillera” col Comune, appoggiati dai tecnici (alcuni dei quali vivono ormai nel quartiere!). Il 24 gennaio, in una nuova assemblea, sono state discusse le allegazioni da opporre al nuovo progetto; la lotta non si ferma, ma la gentrification può rientrare da altre vie: alcune imprese vorrebbero acquistare delle case che sono state salvate dalla demolizione attraverso la lotta, e ci sono abitanti interessati a venderle.

Il quartiere de La Bachillera (Siviglia)