Tutte le città sono possedute

16/02/2018 admin 0
Tutte le metropoli sono intrinsecamente legate al diavolo. Le città nascono per contrastare il terrore della natura selvaggia, il pericolo del non abitato, e nel loro centro hanno un axis mundi che protegge dal male. Ma invariabilmente tradiscono questo loro compito, e nel loro seno proliferano forze ancora più perverse di quelle che si proponevano di combattere.

Ancora sulla Vila Olímpica di Barcellona

15/09/2016 admin 0
La Vila Olímpica è considerata la più importante operazione urbanistica realizzata a Barcellona nel XX secolo. Per realizzare la sua costruzione si demolirono edifici obsoleti e si cacciarono i loro abitanti, come nelle riforme igieniste del XIX secolo. Ma le memorie esiliate hanno sopravvissuto all'urbicidio, e recuperano la loro esistenza ogni volta che gli sfrattati tornano sui luoghi recuperati.

La vita tra le macerie della Vecchia Nanjing

30/10/2015 admin 0
L'antropologa Ye LIN ci invita ad osservare la demolizione di un quartiere di Nanjing - molto vicino al sito dove si celebrarono le Olimpiadi della gioventù del 2014. Nel 2009 sono iniziate le demolizioni e la sostituzione delle antiche case con degli enormi edifici residenziali. Ye studia l'impatto di tutto questo processo sugli abitanti, concentrandosi anchesu come la nostra idea di "comunità" influisce su come giudichiamo questo tipo di inteventi urbani.

El Haouma, cioè il quartiere

09/06/2015 admin 0
Cos'è stato di quei ragazzi così celebrati nel 2011, i protagonisti delle cosiddette 'primavere arabe'? Da anni sentiamo parlare solo di politici, di leader, di terroristi... ma la gente normale, a Tunisi, a Casablanca, al Cairo, dov'è? La risposta è facile: nei quartieri. A Hay Hlil, a Oukacha, a Hezbet el Haggana, dove si continua a vivere la stessa rabbia e frustrazione di sempre, di prima delle proteste.

Antropologia orizzontale sui margini di Barcellona

31/03/2015 admin 0
"La ciudad horizontal", libro di Stefano Portelli (Bellaterra, 2015), sulle casas baratas di Bon Pastor, un quartiere in cui fare ricerca è impossibile senza mettersi in gioco, senza rompere le barriere tra ricercatori e ricercati, senza svelare i veri obiettivi che muovono allo studio. Che in questo caso sono chiari: influire sulla pianificazione urbana, fermare la demolizione delle casas baratas, rivendicare che le decisioni sulle trasformazioni dei territori appartengano ai loro abitanti.
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Heygate era casa nostra

14/03/2015 admin 0

Com’è perdere la tua casa? Che vuol dire essere ‘rigenerati’, quando ti si chiede di lasciare casa tua senza alternative? Che vuol dire ‘casa’ per la gente che sta in queste situazioni – non è un insieme di memorie, eventi, esperienze e connessioni con gli altri? Come si ‘rigenera’ tutto questo?”

Nel Heygate was Home Digital Archive si raccolgono i testimoni di molti ex abitanti di Heygate, il complesso di case popolari del quartiere Elephant & Castle di Londra, la cui demolizione è iniziata alcuni mesi fa. Era nel posto sbagliato nel momento sbagliato: a meno di un chilometro da Buckingham Palace, negli anni delle Olimpiadi. I suoi abitanti si sono trovati di colpo ad essere investiti nella tipica narrativa demonizzatrice, ingannati dalle autorità competenti, alla fine sbattuti ai quattro angoli dell’area metropolitana. E tutto per essere ‘rigenerati’…

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I fantasmi di San Berillo

21/03/2014 admin 0

Città diverse si succedono sopra lo stesso suolo e sotto lo stesso nome, scrive Calvino, nascono e muoiono senza essersi conosciute, incomunicabili tra loro. Alle volte anche i nomi degli abitanti restano uguali, e l’accento delle voci, e perfino i lineamenti delle facce; ma gli dèi che abitano sotto i nomi e sopra i luoghi se ne sono andati senza dir nulla e al loro posto si sono annidati dèi estranei. E’ vano chiedersi se essi sono migliori o peggiori degli antichi, dato che non esiste tra loro alcun rapporto… Vi segnaliamo un altro documentario italiano: I fantasmi di San Berillo, di Edoardo Morabito e Irma Vecchio (2013), vincitore al Torino Film Festival. La demolizione di questo antico quartiere del centro di Catania, nel 1958, fu lo sventramento più grande del dopoguerra, legato (come tutto in Italia) alla Società Generale Immobiliare, di proprietà del Vaticano. 30.000 persone furono deportate in periferia. Fu lo stesso anno in cui si proibirono le case chiuse: le prostitute iniziarono a lavorare in clandestinità, e quello che rimase di San Berillo diventò uno dei più grandi red light districts del Mediterraneo. Così la storia del quartiere è continuata per un altro mezzo secolo, finché nel 2001 una nuova operazione di polizia ha cacciato di nuovo prostitute e travestiti dalle loro case e strade. Oggi molti terreni sono ancora vuoti, quando non sono diventati nuove favelas (come mostra questo video del 2012). Il documentario alterna visualmente il presente e il passato del quartiere, e le immagini sono accompagnate dalle affascinanti parole della scrittrice Goliarda Sapienza, nata a San Berillo nel 1924.

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Di chi sono i “mega-eventi”?

11/07/2013 admin 0

Per chi erano le Olimpiadi del 2012 a Londra? Per gli atleti, gli sponsor, gli organizzatori, il pubblico? O forse erano per noi? La nostra amica Gynna Millan (UCL Development Planning Unit; nel 2009 ha presentato una proposta al concorso Repensar Bonpastor) ha lavorato con un collettivo di video-freaks sull’impatto dell'”evento più importante del mondo” sugli spazi, i parchi e i quartieri di Londra. Il risultato è un archivio di videointerviste disponibili sulla pagina di Whose Olympics? e un cortometraggio [vedi trailer]. Due anni dopo, ci chiediamo di nuovo: la Coppa del Mondo del 2014 in Brasile, per chi sarà? A copa do mundo nao e nossa“, scrivono degli architetti di Río Grande do Sur, citando Platone. I mega-eventi sono trasnazionali, come anche le proteste; ma il discorso della globalizzazione, che trasforma ogni fenomeno locale in un capitolo della stessa storia globale, nenche questo è nostro! Come riflettevamo in un incontro recente dell’OACU di Barcellona (dove ovviamente abbiamo il precedente dei Giochi del 1992), più che le somiglianze ci interessano le differenze: l’antropologia deve mantenere un occhio sulle corrispondenze e interrelazioni a livello “macro”, però esplorare soprattutto le articolazioni locali, l’incommensurabilmente “micro” – ciò che non si può confrontare, le particolarità di ogni storia, luogo, evento, e l’impatto specifico di ogni fenomeno su ogni singolo territorio.

Homegrown cities: questo sì che è sviluppo sostenibile

21/06/2013 admin 0

Gli attivisti del collettivo URBZ (dei quali abbiamo parlato in un vecchio post), stanno promovendo una campagna di crowdfunding per sviluppare un pezzo di terra a Bhandup, periferia nordest di Mumbai, dove costruire una casa sostenibile e compatibile con gli stili di costruzione locali. La casa, “home-grown” e realizzata insieme a costruttori autoctoni verrà venduta a un prezzo ragionevole per gli abitanti, e con il ricavato si finanzieranno nuovi progetti analoghi.…

Terreni vaghi: Eyal Weizman sull’urbanismo militarizzato

03/05/2013 admin 0
Il conflitto territoriale in Palestina ha riformulato il principio secondo il quale un territorio, per essere governato, ha bisogno di essere costantemente rimodellato. Questo principio non riguarda solo la ricerca di una forma coloniale stabile, permanente, 'governabile', ma soprattutto la natura stessa del processo di colonizzazione, che si svolge attraverso la costante trasformazione dello spazio. Imprevedibilità e apparente anarchia sono parte di questa violenta logica del disordine.
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Ricette per la intercultura da Bilbao

15/07/2012 admin 0
Arroces del Mundo, Munduko Arrozak, è una festa popolare che si celebra dal 2004 nel quartiere di San Francisco di Bilbao (Paese Basco). Questo barrio, separato dal centro dall'estuario e dalla ferrovia, è quattro volte più denso del resto della città: storicamente stigmatizzato come ghetto, legato alla prostituzione, considerato zona marginale e di passaggio, marcato dalla presenza dei migranti, e ultimamente obbiettivo di un intenso processo di gentrification. La festa è il risultato di un lavoro in rete portato avanti per anni dalla Coordinadora de Grupos de Bilbao la Vieja, San Francisco y Zabala, un insieme di gruppi ed individui nato per incidere sul Piano di rinnovamento del quartiere progettato dal Comune: tutte persone che già avevano realizzato vari progetti di comunicazione sociale. Questa iniziativa non mira solo a denunciare la situazione di abbandono del quartiere, ma anche a spingere per un'interculturalità basata sull'autogestione: gli organizzatori sottolineano come, durante la festa, quanta più gente partecipa, meno conflitti ed incidenti si verificano - smentendo con la pratica la paranoia della sicurezza che le istituzioni usano per aumentare la presenza di polizia nel quartiere.
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“Un dia fuimos noticia”: le battaglie dimenticate

21/06/2012 admin 0
[/caption] Da decenni ormai a Barcellona quartieri interi sono demoliti nel silenzio mediatico più assoluto. Se in qualche momento queste situazioni "furono notizie", presto l'oblio torna a coprire il loro ricordo. Un caso recente è quello del quartiere di Can Tunis, demolito sotto silenzio nell'estate del 2004; ma già nel 1993, le cases barates di Eduard Aunós, nella stessa Zona Franca, caddero senza quasi lasciare traccia: i mass media erano occupati a celebrare il successo delle Olimpiadi, come più avanti succederà con il Forum 2004. Un gruppo di ex abitanti di Eduard Aunós hanno recuperato questo antico reportage: ci ricorda una battaglia dimenticata, sorprendentemente simile alla battaglia attuale sulla demolizione di un altro gruppo di cases barates, quelle di Bon Pastor. Un giorno, anche quest'ultimo sarà dimenticato.
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Memoria della riappropriazione urbana a New York

22/03/2012 admin 0
Lower East Side, il piccolo, enigmatico e ancora resistente quartiere di Manhattan (NYC), conserva le tracce di una lunga storia di occupazione e controcultura testimoniata in numerosi spazi: case, centri sociali, orti comunitari. Il quartiere negli ultimi decenni ha vissuto un forte processo di gentrification in cui le occupazioni hanno avuto un ruolo particolare nella rivalorizzazione dello spazio e della vita sociale locale. Uno di questi spazi accoglie un progetto molto interessante di recupero del patrimonio vivo del quartiere: è MORUS, il "museo degli spazi urbani rivendicati", Museum of Reclaimed Urban Space. Gli organizzatori di questo museo piccolo ma dinamico museo vogliono offrire una visione dell'occupazione degli spazi e della sua influenza nel quartiere in modo innovativo e allo stesso tempo sottolinearne le impronte vive lasciate sul territorio. In questo modo vogliono far vedere come i membri della comunità e le organizzazioni di base dell'East Village aiutarono a trasformare edifici abbandonati e terreni vuoti in luoghi di uso comunitario vibrante ed insieme contagioso per chi li visita da fuori.
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Le chiamano ancora baracche

09/02/2012 admin 0
La gentrification a Roma si estende in circoli concentrici intorno al buco nero del centro storico, attaccando quartieri che fino a poco tempo fa erano considerati periferie. A Tor Pignattara, il quartiere più densificato e poliglotta di Roma, gli speculatori dividono i palazzi in unità sempre più piccole, e minacciano le poche casette che rimangono: le continuano a chiamare "baracche" per legittimare la loro progressiva demolizione e sostituzione con nuovi palazzi. Criminalità organizzata e neofascismo si estendono su un territorio storicamente "rosso", mentre i politici approvano un "Piano casa" che non ha nulla di urbanistico, tranne la legalizzazione delle speculazioni edilizie. Però anche la resistenza comincia a riorganizzarsi.