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Ricette per combattere la povertà a Buenos Aires

14/12/2010 admin 0
Il 8/12/2010 la Polizia Federale e la Polizia Metropolitana di Buenos Aires hanno attaccato insieme le 200 famiglie stanziate nel Parque Iberoamericano come se fossero un esercito nemico, causando due morti e vari feriti. Durante i giorni successivi il governo locale e i mass media hanno istigato la xenofobia, descrivendo il parco abbandonato come se fosse stato "occupato" da boliviani e paraguaiani legati al narcotraffico: alcuni gruppi razzisti dei quartieri vicini, insieme ad ultras violenti - patotas de barrabravas, al soldo del governo municipale - hanno continuato il lavoro, uccidendo altri due abitanti.
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Il ventre di Parigi

24/10/2010 admin 0
In Non toccare la donna bianca di Marco Ferreri (1974) gli indiani sono gli abitanti sfrattati dal centro di Parigi e i cowboy i sicari degli speculatori immobiliari che vogliono sterminarli. Il canyon è l'enorme buco lasciato dopo la demolizione dei padiglioni Baltard, il 6 settembre 1971. Cosí come l'apertura dei boulevard del barone Haussman alla fine del secolo XIX era stata una risposta urbanistica alla Comune del 1870, cosí la demolizione del “ventre de Paris” e la sua trasformazione in un centro commerciale e culturale, in parte, rispose alla necessità di punire la città dopo il maggio del '68. Lo spazio vuoto della Chatelet-Les Halles oggi rende ancora più evidente la marginazione dei giovani che vi arrivano dalle banlieues col treno RER (vedi il film L'odio di M.Kassovitz [1][2]). Tutto questo già era stato previsto dai critici delle demolizioni degli anni '70. Il più grande è il giornalista André Fermigier, i cui articoli sono raccolti in La bataille de Paris. De Les Halles à la Pyramide, chroniques d’urbanisme: “Volete fare della Parigi dell'anno 2000 una città in cui i giovani non avranno i mezzi per vivere?” (1971). O Michel Ragon in Les erreurs monumentales: “La Parigi del futuro sarà composta di una corona di città satellite intorno ad un centro moribondo trasformato in città-museo, come Venezia?”. Il Comune di Parigi già sta preparando un nuovo enorme progetto di trasformazione urbanistica della zona.
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La città orizzontale: i quartieri di “Cases Barates” a Barcellona

13/09/2010 admin 0
Dal 2008 il nostro gruppo di ricerca sta lavorando sul quartiere di Casas Baratas de Bon Pastor, nella periferia nord di Barcellona. È un barrio particolare: oltre 600 "case minime" ad un piano, ognuna dipinta di un colore diverso, circondate da fabbriche e magazzini, sulla riva del fiume Besós. Costruite nel 1929 in aperta campagna, per alloggiare operai migranti (“mursiani e della FAI”, venivano chiamati all'epoca), oggi è uno spazio urbano più simile ad un paese che a un quartiere di una metropoli occidentale. Un progetto del Comune di Barcellona, propietario di tutte le case, prevede la “remodelaciòn” della zona, attraverso la demolizione integrale di tutte le case: le prime 145 sono state abbattute nel 2007, poco prima di cominciare le nostre ricerche sul quartiere. Gli abitanti del quartiere soffrono di una serie di “patologie sociali” che accompagnano la demolizione fisica delle case: le reti sociali (vicini, parenti...) stanno soffrendo le conseguenze della trasformazione urbanistica, e il paesaggio umano del quartiere si sta trasformando forse anche più velocemente del paesaggio urbano.
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Dal “Plan de la Ribera” al 22@: la trasformazione del litorale di Barcellona

14/08/2010 admin 0
"È come dare un coltello per il pane a un bambino di due anni: non sanno quel che stanno facendo. Voglio dire: ci resteranno dei palazzi molto belli, però dobbiamo vedere su cosa li hanno costruiti. C'erano cose, prima". Jaume Pagès, ex-impiegato di Can Ricart
Tra il 2005 e il 2006 abbiamo lavorato sul quartiere di Poblenou, da due punti di vista. Dal punto di vista storico, abbiamo cercato di ricostruire i processi di resistenza degli abitanti delle zone di Poblenou che tra gli anni 60 e 70 hanno sofferto gli effetti dell'ambizioso "Plan de la Ribera", col quale il sindaco franchista Porcioles cercava di trasformare il litorale nord della città in una zona residenziale e di alberghi. Dal punto di vista etnografico, ci siamo rivolti alle conseguenze vissute dagli abitanti, lavoratori e commercianti della zona, per il progetto non meno ambizioso "22@", con cui il sindaco socialista Joan Clos ha cercato di trasformare, tra il 2000 e il 2004, la maggior parte del quartiere di Poblenou in una zona residenziale e di alberghi. Il lavoro ci si è rivelato molto superiore alle nostre possibilità, e abbiamo dovuto rinunciare all'idea di studiare l'intero quartiere di Poblenou (200 ettari!). Abbiamo così realizzato una serie di interviste a ex attivisti e abitanti rispetto al Plan de la Ribera, ed una serie di altre interviste rispetto ad un caso esemplare del 22@, il complesso di fabbriche di Can Ricart.
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Dal centro di Siviglia alle “3000 viviendas”

13/08/2010 admin 0
Polígono sur. El arte de las tresmil, de Dominique Abel (España-Francia, 2003) VEDI IL FILM INTERO. La vita e l'arte dei gitani espulsi dai quartieri storici del centro di Siviglia, e rialloggiati nelle cosiddette "3000 viviendas" del Polígono Sur. "Noi prima avevamo come tetto il cielo. Ora abbiamo la casa; il frigo; il riscaldamento; ma non abbiamo più quello che avevamo prima, i valori di prima. Vi ricordate come vivevamo a Triana, quando non avevamo niente da mangiare, però vivevamo felici, con un pezzo di pomodoro, ballavamo, cantavamo scalzi, non ci ammalavamo mai?"
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Campo de la Bota, 1974

13/08/2010 admin 0

13-1-1974, immagini dell’archivio della giornalista Maria Favà, prese nelle baracche del Campo de la Bota, durante la demolizione e il trasloco degli abitanti verso i palazzi de La Mina (visibili sullo sfondo). Ora in questa zona c’è il grande complesso del “Forum delle Culture 2004”. La lapide che ricordava le migliaia di dissidenti politici fucilati dal franchismo in quello stesso posto chiedeva “la pace, ma non l’oblio”; ma è stata rimossa per celebrare il “Forum”.

  • FOTO DEL CAMPO DE LA BOTA (Maria Favà, 13/1/1974) [ALBUM]
  • Il Campo de la Bota nel film “Yo el Vaquilla” (José Antonio de la Loma, 1985) [link a youtube]