No Image

Desallotjaments de camps rom a Roma

04/10/2012 admin 0
En continutat amb les decisions preses per l'anterior administració d'esquerres, l'ajuntament de dreta de Roma està realitzant una sèrie de desallotjaments ràpids i al llímit de la legalitat contra dels pocs camps Rom que segueixen resistint en la capital italiana (es vegi el comunicat d'Amnesty International sobre el desallotjament de 28/9/2012 a Tor de' Cenci). La excusa són els suposats "problemes a la circulació" i el "decor urbà", a una ciutat en què l'obertura d'una botiga pot paralitzar el tràffic per una vesprada, i en la qual els mateixos partits al gobern incompleixen les normes sobre l'ús dels espais públics. Els habitants dels camps, que en molts casos portaven més de quinze anys vivint a Roma, són expulsats cap a la extrema perifèria, a "pobles de la solidaritat" aïllats i controlats, i sovint es resisteixen activament a la deportació. Aquestes actuacions no deixen de recordar les polítiques d'època feixista als barris populars del centre històric, quan els habitants més "indesitjables" eren expulsats massivament cap a les borgate de l'extrarradi.
  • Vídeo del desallotjament del camp de Tor di Quinto, estiu de 2012; Fotos; Crònica :: Vídeo: Rom a Roma da vicolo Savini alla Pontina 1 - 2
  • Fernando SALSANO (2007) Il ventre di Roma. Tesi doctoral sobre la monumentalització del centre i la creació de les borgate durant el feixisme.
  • A finals d'agost de 2012 va morir a Roma l'urbanista Italo INSOLERA; junt amb Antonio Cederna van ser de les poques veus prestigioses que van denunciar sense cansar-se els que ells en deien "els enemics del gèner humà": els especuladors immobiliaris. Un comentari a Eddyburg, la millor web sobre ciutats i transformació urbana a Itàlia.
No Image

Sgomberi di campi nomadi a Roma

04/10/2012 admin 0
Seguendo le politiche della precedente amministrazione di sinistra, il comune di Roma sta realizzando una serie di sgomberi rapidi e semi-legali contro i pochi campi nomadi che ancora rimangono in città (si veda il comunicato di Amnesty International sullo sgombero del 28/9/2012 a Tor de' Cenci). Il pretesto è quello dei "problemi per la circolazione" o del "decoro", in una città in cui il traffico può paralizzarsi per un pomeriggio per l'apertura di un negozio, e in cui gli stessi partiti al governo infrangono le regole sull'uso degli spazi pubblici. Gli abitanti dei campi, molti dei quali sono a Roma da oltre 15 anni, sono obbligati a spostarsi in estrema periferia, in "villaggi della solidarietà" isolati e vigilati, e spesso resistono strenuamente alla deportazione. Questi interventi non possono non ricordare le politiche del Fascismo nei quartieri popolari del centro di Roma, i cui abitanti meno apprezzati erano deportati in periferia, ed obbligati a vivere in borgate mal costruite e tagliate fuori dalla città.
  • Video dello sgombero del campo di Tor di Quinto nell'estate 2012; Foto; Cronaca :: Video Rom a Roma da vicolo Savini alla Pontina 1 - 2
  • Fernando SALSANO (2007) Il ventre di Roma. Tesi di dottorato sulla monumentalizzazione del centro e la nascita delle borgate durante il fascismo.
  • Alla fine di agosto del 2012 è morto a Roma l'urbanista Italo INSOLERA. Con Antornio Cederna, erano tra le poche voci autorevoli che continuarono a denunciare senza tregua quelli che loro chiamavano "i nemici del genere umano", gli speculatori immobiliari. Un commento su Eddyburg, la mejo pagina web su città e trasformazione urbanistica in Italia.
No Image

Shift Happens! La massa critica nel suo 20 anniversario

20/09/2012 admin 0
Shift Happens! La Massa Critica è una "coincidenza organizzata" di ciclisti che si riuniscono periodicamente per pedalare insieme nelle strade; il suo obiettivo è celebrare e far conoscere alla società i grandi vantaggi che porta la bicicletta alla mobilità urbana. In occasione del 20º anniversario della prima Critical Mass a San Francisco, uno dei suoi pionieri, Chris Carlsson, insieme ad altri/e collaboratori e collaboratrici, ha curato il libro Shift Happens. Critical Mass at 20, in cui si raccolgono esperienze e riflessioni da alcune delle oltre 300 città del mondo in cui l'evento ha preso vita propria, a partire da questa biciclettata iniziale. Questo è il significato dell'espressione critical mass - il numero di partecipanti necessari perché un fenomeno cominci a funzionare ed a crescere da solo; la Massa Critica non chiede, realizza, dando forma con la pratica ad una città vivibile. La presentazione del libro a Madrid - dove c'è una Bicicrítica che percorre il centro della città l'ultimo giovedì di ogni mese, e altre 10 in quartieri e comuni vicini (come Fuenlabrada, Tres Cantos, Alcalá de Henares, Moratalaz, Ciudad Lineal) - è stata l'occasione per un dibattito radiofonico a Carne Cruda su RN3, per la partecipazione dei curatori del libro ad una critical mass (qui le impressioni di Carlsson) e per la presentazione di un altro libro suo: "Nowtopia, su come gli hacker, gli orti urbani e le bici inventano il futuro", nella libreria Traficantes de Sueños (ecco l'audio). Il capitolo di Shift Happens su Madrid è il riassunto di un articolo etnografico sulle officine di autoriparazione di biciclette nei centri sociali occupati di Madrid, che si può scaricare intero dal link qui sotto.
No Image

“Ri-cordo” di Can Ricart: farlo passare di nuovo per il cuore

01/09/2012 admin 0
Dodici anni dopo l'approvazione del piano "22@", due notizie ci illustrano l'impatto di lunga durata della delocalizzazione delle fabbriche e della riqualificazione urbanistica del quartiere di Poblenou. La Cerería Mas di Can Ricart ha chiuso a marzo, esattamente cinque anni dopo lo sgombero del recinto e il trasloco forzato; ad aprile, quattro persone sono morte nell'incendio di una baracca adiacente al nuovo Parc Central di Jean Nouvel [vedi questo link]. Le parole di Jaume Pagès, ex direttore amministrativo della Cereria, ci riportano indietro le sensazioni di questa antica battaglia che abbiamo perso, ma che non abbiamo dimenticato. lo sfratto "insomma, in primo luogo ti senti scacciato, non voluto, violentato. si rompe all'improvviso quell'universo ripetitivo ed invariabile, e senza avvisare, tutto trema, niente sembra reale. anche i cambi nel quartiere, le demolizioni, non hanno nessuna connotazione positiva, risultano solo minacciose, tristi. spostare un'azienda è complicato. cioè, dovrebbe esserlo, perché un'impresa, prima di tutto, la formano delle persone. questo vuol dire che - di colpo - si sfalda tutta la cosmogonia di tutti i suoi membri...
No Image

“Un dia fuimos noticia”: le battaglie dimenticate

21/06/2012 admin 0
[/caption] Da decenni ormai a Barcellona quartieri interi sono demoliti nel silenzio mediatico più assoluto. Se in qualche momento queste situazioni "furono notizie", presto l'oblio torna a coprire il loro ricordo. Un caso recente è quello del quartiere di Can Tunis, demolito sotto silenzio nell'estate del 2004; ma già nel 1993, le cases barates di Eduard Aunós, nella stessa Zona Franca, caddero senza quasi lasciare traccia: i mass media erano occupati a celebrare il successo delle Olimpiadi, come più avanti succederà con il Forum 2004. Un gruppo di ex abitanti di Eduard Aunós hanno recuperato questo antico reportage: ci ricorda una battaglia dimenticata, sorprendentemente simile alla battaglia attuale sulla demolizione di un altro gruppo di cases barates, quelle di Bon Pastor. Un giorno, anche quest'ultimo sarà dimenticato.
No Image

Incontro di antropologia del conflitto urbano: call for papers

17/05/2012 admin 0
Dal 7 al 10 novembre nella Facoltà di geografia e storia dell'Università di Barcellona si terranno le prime Giornate internazionali di antropologia del conflitto urbano: Trasgressioni, contromovimenti e mobilità forzata nella città contemporanea. Organizzate da una serie di gruppi di ricerca e studiosi indipendenti, gli incontri si pongono come obbiettivo l'esposizione critica e la riflessione sui fenomeni urbani associati alle lotte e gli antagonismi che si materializzano nella città. Siamo interessati particolarmente alle agitazioni proprie dell'attuale momento di crisi e le modalità in cui si manifestano le presenti sfide all'ordine costituito, alle norme che lo tengono in piedi ed alle autorità che lo difendono. Abbiamo avuto conferme da un buon numero di invitati internazionali: Monica Degen da Londra, Lia Yoka da Salonicco, José Fernandes da Oporto, Stavros Stavrides da Atene, e Santiago Cirugeda da Siviglia. Durante l'incontro abbiamo previsto la proiezione di alcuni documentari sulle lotte nella città, ed un tour per la Barcellona combattiva. Altre informazioni e dettagli del Call for papers sulla pagina web dell'incontro: http://espaiurba.org. Mail di contatto: conflictesurbans2012@gmail.com.
No Image

Parole di donne dalla rivoluzione egiziana

27/04/2012 admin 0
I primi episodi di Words of Women from the Egyptian Revolution sono online. L'équipe indipendente di Leil-Zahra MORTADA sta pubblicando questa serie di video di cui abbiamo già linkato i trailer in un post anteriore. [caption id="attachment_3505" align="alignleft" width="120" caption="Rasha Azab"][/caption] Episodio 1: Rasha Azab. Giornalista di 29 anni; aveva partecipato ai movimenti politici dal 2000. In occidente, spiega, hanno diffuso un'immagine degli attivisti egiziani inoffensivi e non violenti, per calmare le proteste. "Nessuna rivoluzione si fa con Twitter o Facebook: la rivoluzione si fa quando le persone escono in strada, resistono, muoiono, sacrificano cose importanti".
No Image

Memoria della riappropriazione urbana a New York

22/03/2012 admin 0
Lower East Side, il piccolo, enigmatico e ancora resistente quartiere di Manhattan (NYC), conserva le tracce di una lunga storia di occupazione e controcultura testimoniata in numerosi spazi: case, centri sociali, orti comunitari. Il quartiere negli ultimi decenni ha vissuto un forte processo di gentrification in cui le occupazioni hanno avuto un ruolo particolare nella rivalorizzazione dello spazio e della vita sociale locale. Uno di questi spazi accoglie un progetto molto interessante di recupero del patrimonio vivo del quartiere: è MORUS, il "museo degli spazi urbani rivendicati", Museum of Reclaimed Urban Space. Gli organizzatori di questo museo piccolo ma dinamico museo vogliono offrire una visione dell'occupazione degli spazi e della sua influenza nel quartiere in modo innovativo e allo stesso tempo sottolinearne le impronte vive lasciate sul territorio. In questo modo vogliono far vedere come i membri della comunità e le organizzazioni di base dell'East Village aiutarono a trasformare edifici abbandonati e terreni vuoti in luoghi di uso comunitario vibrante ed insieme contagioso per chi li visita da fuori.
No Image

Le chiamano ancora baracche

09/02/2012 admin 0
La gentrification a Roma si estende in circoli concentrici intorno al buco nero del centro storico, attaccando quartieri che fino a poco tempo fa erano considerati periferie. A Tor Pignattara, il quartiere più densificato e poliglotta di Roma, gli speculatori dividono i palazzi in unità sempre più piccole, e minacciano le poche casette che rimangono: le continuano a chiamare "baracche" per legittimare la loro progressiva demolizione e sostituzione con nuovi palazzi. Criminalità organizzata e neofascismo si estendono su un territorio storicamente "rosso", mentre i politici approvano un "Piano casa" che non ha nulla di urbanistico, tranne la legalizzazione delle speculazioni edilizie. Però anche la resistenza comincia a riorganizzarsi.
No Image

Il massacro di Pinheirinho

31/01/2012 admin 0
La mattina del 22 gennaio 2012, 2000 agenti della polizia militare - con elicotteri, carri armati, cavalli, lacrimogeni - cominciarono lo sgombero della favela di Pinheirinho, a Sao Paulo (Brasil). Quasi 10.000 persone vivevano lì da 8 anni, ed avevano appena regolarizzato la loro situazione abitativa; l'operazione è stata promossa da un'impresa il cui propietario aveva dovuto abbandonare il paese per crimini fiscali nel 1990, e che vuole speculare sul terreno tenendolo vuoto. In preparazione alla Coppa del Mondo 2014 e delle Olimpiadi del 2016, circa 170.000 persone in tutto il Brasile sono minacciate di sgombero. Gli abitanti di Pinheirinho resistettero duramente, e lo sgombero provocò almeno 7 morti, e decine di feriti ed arrestati. Agli sfollati - ora ammassati in chiese o palestre - si offriranno case popolari; ma "coloro che si occupano di costruire case popolari sono parte della stessa élite sanguinaria, bugiarda e piena di pregiudizi che i governanti..."
No Image

Squatting in Europe

06/01/2012 admin 0
Squatting in Europe è una rete di ricerca su movimento squatter in Europa. Le origini dei suoi membri sono diverse: Brigthon, Madrid, Barcellona, Berlino, Copenaghen, Rotterdam, Roma, Catania, New York, Vermont, Amsterdam, Parigi..., così come le posizioni che hanno i diversi ricercatori (alcuni universitari, altri attivisti, altri a cavallo) e naturalmente mobili. A partire da questa diversità i membri condividono l'impegno e la vicinanza alle varie espressioni del movimento “okupa” (squatter), una pratica di dialogo e riflessione con i protagonisti di esperienze di questo tipo, ed un impegno nella pubblicazione di materiale copyleft e libero. Ogni volta che la rete si riunisce in una città si usano spazi occupati per le riunioni, aprendo il dibattito alla gente che usa ed abita gli spazi. Dal 2009 le riunioni sono state a Madrid, Milano, Londra, Berlino, Amsterdam; l'ultimo incontro (dicembre 2011) è stato a Copenhagen, tra la Bolsjefabrikken e la Youth House. I risultati di questo lavoro in rete ed incontri periodici è l'arricchimento dei vari lavori attraverso il dibattito e l'esperienza dei luoghi visitati, nonché la produzione di materiale collettivo da prospettive multisituate.
No Image

Baraka men sakate: basta silenzio!

17/12/2011 admin 0
"Questo popolo, che soffre in silenzio e striscia per le strade, ne ha abbastanza di girare a vuoto; / e LUI cosa fa? riunisce il suo consiglio per accomodare la costituzione! c'è da diventare matti! Vogliono che prendiamo le armi, per strappare i nostri diritti? Sono io che devo scegliere chi voglio sacralizzare! / E se ci vuoi capire, vieni a vivere con noi: dio, patria, LIBERTÀ!". Anche solo quest'ultima frase avrebbe potuto significare l'arresto per Mouade Boulghade (24 anni), rapper marocchino del quartiere Al-Wifaq di Casablanca conosciuto come "Lhaqed" (L7a9ed), l'indignato, in prigione da settembre. Ha modificato l'ultima frase dell'inno nazionale, sostituendo "libertà" a "il re": un attacco simbolico che per il Makhzen - il sistema di potere assoluto che da quattro secoli regna sul Marocco - è più intollerabile di tutte le manifestazioni del Movimento 20 febbraio.
No Image

Istanbul, città senza limiti. Video “Ekümenopolis”

15/11/2011 admin 0
"A Istanbul abbiamo superato i limiti ecologici, abbiamo superato i limiti della popolazione, abbiamo superato i limiti economici. Se mi chiedi dove ci porterà tutto questo, ti rispondo citando Doğan Kuban: al caos" Mücella Yapıcı, architetto.
No Image

Herstory of the revolution: donne ribelli in Egitto

11/08/2011 admin 0
"Permettere a mia figlia di dormire a piazza Tahrir, ovviamente, è stata una decisione rivoluzionaria. È l'effetto della rivoluzione sul nostro modo di vedere e fare le cose". Hanan Sadek, 52 anni, lavora in una compagnia petrolifera "Non dimenticherò mai quel soldato. Non mi guardava, cercava espressamente di non incrociare il mio sguardo, e piangeva. All'improvviso, cominciarono a sparare tutti insieme" Sanaa Seif, 17 anni, studente "Vivevamo con gli occhi chiusi. Non vedevamo quello che avevamo davanti agli occhi" Mona Hussein, 50 anni, casalinga Ogni settimana, l'equip indipendente di Leil-Zahra MORTADA mette su "Words of Women from the Egyptian Revolution" un piccolo video con la voce di una donna: la rivoluzione egiziana non si può raccontare solo come la classica storia virile (history) di eroi e martiri. Herstory è la versione che anche i fanatici della rivoluzione preferiscono evitare: perché l'esistenza di donne arabe ribelli, è una contraddizione troppo grande per la versione standard della storia.

Sulukule: il primo quartiere gitano d’Europa

20/07/2011 admin 0
Qui si stabilirono i primi Rom che arrivarono a Istanbul intorno all'anno 1000, quando la città si chiamava Costantinopoli. Dopo mille anni di convivenza, il quartiere di Sulukule è stato la prima vittima della gentrification feroce con cui si sta insieme globalizzando e turchizzando la città.