Martedì 4 settembre alle 19:30, nella sede di Barcellona del COAC, è stato presentato per la prima volta il libro Autoconstrucción. Por una autonomía del habitar. Escritos sobre vivienda, urbanismo, autogestión y holismo di John Turner, pubblicato da Pepitas de Calabaza e curato da Kathrin Golda-Pongratz, José Luis Oyón e Volker Zimmermann.
Questa raccolta di riflessioni di John F. C. Turner intende avvicinare il lettore spagnolo ad alcuni scritti poco conosciuti dell’architetto: una scelta di testi appena tradotti in castigliano, alcuni addirittura inediti in inglese, che ripercorrono tutto il suo cammino esistenziale: report per agenzie internazionali, articoli sulla stampa politica e riflessioni mai pubblicate sul processo di costruzione dei luoghi, su cui l’autore continua a lavorare ancora oggi. Si parla naturalmente di autocostruzione, il tema più conosciuto di Turner, ma allargando le chiavi fondamentali del suo pensiero alla sua visione relazionale dell’abitare ed alla sua costante riflessione olistica sulla costruzione dello spazio, ispirata a Patrick Geddes. Questo volume è il risultato di lunghe ore di conversazione e consultazione della sua biblioteca ed archivio. Il volume si chiude con una bibliografia completa, e con tre testi scritti dai curatori: su alcuni aspetti della bibliografia di Turner, sui quartieri di Lima oggi, e sullo sviluppo delle idee di Geddes da parte di Turner.
John F. C. Turner (1927) è un architetto inglese famoso per il suo impegno nello studio e nella pratica dell’autocostruzione. Influenzato sin da giovane da Patrick Geddes e dall’anarchismo, ha studiato alla Architectural Association de Londres, dove ha sviluppato sin da molto presto una visione dell’architettura e dell’urbanistica che non trascurasse il rapporto con gli utenti.
A trent’anni si è spostato in Perú, dove ha lavorato in agenzie per l’abitare nazionali e internazionali, cosa che ha provocato un cambiamento di direzione nella sua vita. Osservando e collaborando nei processi di formazione dei quartieri autocostruiti di Lima e Arequipa, alla fine dei suoi nove anni di permanenza si è dedicato alla creazione di una visione olistica dell’abitare e dell’urbanistica. Tra la fine degli anni Sessanta e la fine degli anni Settanta ha pubblicato i suoi lavori principali, come Freedom to Build e Housing by People, quest’ultimo tradotto in varie lingue. Ha pubblicato molti articoli in riviste specializzate, e ha partecipato a congressi e gruppi di cooperazione sulla casa e l’abitare in tutto il mondo.
Il suo interesse per una concezione ampia e creativa dell’abitare, per una concezione della costruzione del luogo come processo, non si è ancora spento. Dopo aver ricevuto il Premio Nobel Alternativo, Turner continua a lavorare pensando che le buone esperienze abitative, l’urbanistica dal basso e le vecchie pratiche comunitarie locali segnano una direzione certa per un percorso ecologico che dobbiamo inziare ad intraprendere al più presto.
- John F. TURNER (2018) Autoconstrucción. Por una autonomía del habitar. Escritos sobre vivienda, urbanismo, autogestión y holismo, curato da Kathrin Golda-Pongratz, José Luis Oyón e Volker Zimmermann. 420 págs., Pepitas de Calabaza, Logroño.
- La prima presentazione del volume è stata martedì 4 settembre a Barcellona, nella sala grande del COAC – Colegio de Arquitectos de Catalunya. Ma presto se ne annunceranno di nuove! Si veda anche il catalogo di Pepitas de Calabaza.
- Pepitas ha appena pubblicato anche Un habitar más fuerte que la metrópolis, di Consejo Nocturno: “Vincere la solitudine organizzata dalla metropoli coincide con l’elaborazione di densità affettive e di modi di convivialità più forti di tutti i bisogni proposti-prodotti dal paradigma di governo, che ci trasforma in degli incapaci e ci separa dalla nostra stessa potenza” (dalla recensione di Alejandro Hernández Gálvez su Arquine)