Autocostruzione: per un’autonomia dell’abitare

04/09/2018 admin 0
John F. C. Turner (1927) è un architetto inglese famoso per il suo impegno nello studio e nella pratica dell'autocostruzione. Influenzato sin da giovane da Geddes e dall'anarchismo, ha sviluppato una visione dell'architettura e dell'urbanistica che tenga in considerazione il rapporto dello spazio con chi lo abita.
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Heygate era casa nostra

14/03/2015 admin 0

Com’è perdere la tua casa? Che vuol dire essere ‘rigenerati’, quando ti si chiede di lasciare casa tua senza alternative? Che vuol dire ‘casa’ per la gente che sta in queste situazioni – non è un insieme di memorie, eventi, esperienze e connessioni con gli altri? Come si ‘rigenera’ tutto questo?”

Nel Heygate was Home Digital Archive si raccolgono i testimoni di molti ex abitanti di Heygate, il complesso di case popolari del quartiere Elephant & Castle di Londra, la cui demolizione è iniziata alcuni mesi fa. Era nel posto sbagliato nel momento sbagliato: a meno di un chilometro da Buckingham Palace, negli anni delle Olimpiadi. I suoi abitanti si sono trovati di colpo ad essere investiti nella tipica narrativa demonizzatrice, ingannati dalle autorità competenti, alla fine sbattuti ai quattro angoli dell’area metropolitana. E tutto per essere ‘rigenerati’…

Terreni vaghi: Eyal Weizman sull’urbanismo militarizzato

03/05/2013 admin 0
Il conflitto territoriale in Palestina ha riformulato il principio secondo il quale un territorio, per essere governato, ha bisogno di essere costantemente rimodellato. Questo principio non riguarda solo la ricerca di una forma coloniale stabile, permanente, 'governabile', ma soprattutto la natura stessa del processo di colonizzazione, che si svolge attraverso la costante trasformazione dello spazio. Imprevedibilità e apparente anarchia sono parte di questa violenta logica del disordine.
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Istanbul, città senza limiti. Video “Ekümenopolis”

15/11/2011 admin 0
"A Istanbul abbiamo superato i limiti ecologici, abbiamo superato i limiti della popolazione, abbiamo superato i limiti economici. Se mi chiedi dove ci porterà tutto questo, ti rispondo citando Doğan Kuban: al caos" Mücella Yapıcı, architetto.
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Distruggere e costruire: storia di una fabbrica

06/10/2011 admin 0
Venerdì 7 ottobre alle 19:30, proiezione del documentario Destruir y construir sulla fabbrica di Can Ricart, nel quartiere barcellonese di Poblenou. Can Ricart era un recinto di fabbriche attive a Barcellona da metà ottocento, alla cui construzione avevano collaborato importanti architetti del modernismo catalano. Durante l'euforia immobiliaria degli anni 2000-2008, il Comune aveva favorito la demolizione di una gran parte dei padiglioni, nonostante le proteste e gli studi dettagliati che chiedevano rispetto per il patrimonio industriale. Così come sta succedendo in altre parti della città, di recente è stato reso pubblico che non ci sono soldi per realizzare il "Museo delle lingue" - l'edificio misterioso, romantico e sostenibile che l'architetta Benedetta Tagliabue stava progettando nei padiglioni ancora in piedi.
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Due nuovi libri su Barcellona

02/05/2011 admin 0
Sono usciti di recente due libri di Chiara Ingrosso sulla storia urbana e architettonica di Barcellona. Il primo analizza le trasformazioni della città, dal franchismo fino ai progetti per il futuro; il secondo è un percorso attraverso quattro quartieri, la Barceloneta, il Poblenou, La Mina e Bon Pastor. Illustrati dalle fotografie di Mario Spada e scritti di fatto in continuità, i due volumi mostrano un’immagine dela capitale catalana ben diversa dal modello urbano che da anni incarna in Europa e nel mondo, evidenziandone i numerosi lati oscuri.
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Un concorso di idee contro la demolizione di un quartiere popolare

22/01/2011 admin 0
Tra il 2009 e il 2011, alcuni membri del nostro gruppo di lavoro hanno collaborato con l'organizzazione del Concorso internazionale d'idee Repensar Bonpastor promosso da un gruppo di architetti e urbanisti di Barcellona in collaborazione con l'Alleanza Internazionale Abitanti. Dopo vari anni di ricerca (2004, 2009) nelle casas baratas di Bon Pastor, e grazie alla relazione durevole con una serie di famiglie del quartiere, siamo arrivati ad una conclusione: che nonostante il costante bombardamento, mediatico ed istituzionale, sulla necessità di "rimodellare" (cioè demolire) questo gruppo di case popolari "rosso" e popolare, costruito dal Comune di Barcellona nel 1929, sarebbero possibili altre soluzioni, che permetterebbero di conservare la specificità storica e sociale che questo quartiere rappresenta per i suoi abitanti e per tutta la città. Le culture, abitudini, tecniche e linguaggi sviluppati nel corso dei decenni dagli abitanti delle 784 casas baratas, e legati a questa specifica forma di vita, difficilmente sopravviveranno alla demolizione del quartiere. Inoltre, molti abitanti, a partire dall'arrivo di questa presunta "modernità" che il comune porta sotto forma di una demolizione, si sono visti obbligati ad abbandonare il quartiere, o a soffrire violenti sgomberi.