Non si pensa quasi mai all’affaccio di Roma sul mare. Una lunga strada costruita durante il fascismo attraversa la campagna che fino all’800 era una palude disabitata, e arriva ad Ostia: una città di oltre 200.000 persone, formalmente parte di Roma ma separata di fatto. Alla funzione rappresentativa (l’Ostia di Mussolini, delle spiagge a pagamento, dei “grandi progetti” di riqualificazione sempre falliti) si sovrappone la funzione di deposito per i residui della crescita di Roma, le ondate di espulsi dalla città che abitano le enormi periferie di questa periferia. Negli anni ’70 il Comune mandò a Ostia oltre 10.000 persone sfollate dai quartieri spontanei della zona Est della città: il proposito di “risanare” i quartieri di “baracche” ha portato alla creazione di quartieri pubblici di enorme conflittualità e intollerabile mancanza di servizi. Un km oltre, dove il Tevere sfocia in mare, resiste ancora l’ultimo quartiere spontaneo della capitale: l’Idroscalo di Ostia, dove italiani, stranieri, rom, non rom, vivono in circa 500 case autocostruite, e da mezzo secolo lottano per la regolarizzazione, contro i tentativi di demolizione, e perché non si ripetano gli errori del passato.
- Stefano PORTELLI (2017) “Dove l’acqua dolce incontra quella salata: Idroscalo, ultimo grande quartiere autocostruito di Roma”, Antropologia, vol.14 n.3 [PDF][link a Academia]
- Sul blog Osservatorio Idroscalo si racconta un’attività di incontro e conoscenza del territorio realizzata dall’Università di Roma nell’aprile 2016: si può anche ascoltare l’audio de l’assemblea conclusiva, per avere un’idea dei termini del dibattito.
- Vicino all’Idroscalo c’è anche il terreno su cui nel 1975 è stato trovato il corpo senza vita di Pierpaolo Pasolini: l’evento ha condizionato la rappresentazione pubblica dell’Idroscalo, che ha finito per prendere le forme mi(s)tiche che Pasolini leggeva nelle periferie di Roma. Stefano PORTELLI, “40 anni dopo la morte di Pasolini, tra gli ‘ultimi’ dell’Idroscalo“, Napoli Monitor, 2/11/2015, anche in spagnolo sul Blog OACU e in catalano su La Directa.
- Due articoli dello stesso autore, in italiano, riflettono sul tentativo di vincolare questi territori alla criminalità organizzata e all’estrema destra, come strategia per nascondere le infiltrazioni mafiose nel governo e in altre zone della città, e insieme per giustificare decisioni arbitrarie. “Il disprezzo verso le periferie, da Nuova Ostia al Front National“, Napoli Monitor, 10/12/2015; “Neanche Idroscalo si vende“, Dinamopress, 21/4/2016.
- Il “modello Barcellona” arriverà anche a Ostia: il candidato sindaco del Partito Democratico si ispira alla Barceloneta per riqualificare il litorale. Ciò che Giachetti ignora è che il nome antico della Barceloneta era precisamente, e non si sa bene perché, “quartiere de l’Òstia”.