La mattina del 22 gennaio 2012, 2000 agenti della polizia militare – con elicotteri, carri armati, cavalli, lacrimogeni – cominciarono lo sgombero della favela di Pinheirinho, a Sao Paulo (Brasil). Quasi 10.000 persone vivevano lì da 8 anni, ed avevano appena regolarizzato la loro situazione abitativa; l’operazione è stata promossa da un’impresa il cui propietario aveva dovuto abbandonare il paese per crimini fiscali nel 1990, e che vuole speculare sul terreno tenendolo vuoto. In preparazione alla Coppa del Mondo 2014 e delle Olimpiadi del 2016, circa 170.000 persone in tutto il Brasile sono minacciate di sgombero. Gli abitanti di Pinheirinho resistettero duramente, e lo sgombero provocò almeno 7 morti, e decine di feriti ed arrestati. Agli sfollati – ora ammassati in chiese o palestre – si offriranno case popolari; ma “coloro che si occupano di costruire case popolari sono parte della stessa élite sanguinaria, bugiarda e piena di pregiudizi che i governanti…”
- Documentario: Pinheirinho: a verdade nao mora ao lado, del Coletivo de Comunicadores Populares; con un commento sul ruolo del giornalismo indipendente.
- Brigadas Populares, Justiça Global, Comunidades e Movimentos contra a violência, “Pinheirinho: un primo racconto della violenza istituzionale” [PDF]
- Altre notizie: Sgombero di Pinheirinho [video] :: “Chi guadagna con il massacro?” [articolo su Indymedia Brasil] :: Dieci menzogne su Pinheirinho [articolo su OutrasMídias] :: Una settimana dopo il massacro [articolo] :: Diritto, stato e terrore nel caso Pinheirinho [articolo su A arma da crítica] :: Comunicato dei Comitês populares de Copa :: Una settimana prima dello sgombero [testo Alleanza Abitanti]
- Dossier: “Grandi eventi e violazione dei diritti umani in Brasile” [scarica PDF]
- Vedere anche la pagina del Grupo de Geografía Crítica Radical (GESP) dell’Università di Sao Paulo