Venezia è una città che si tende a dare per spacciata. Nel senso che il suo destino appare talmente ineluttabile – perire vittima del proprio successo, ridursi a pantomima ad esclusivo sollazzo del pubblico pagante – che poco si è non solo fatto, ma addirittura pensato finora per tentare di cambiar rotta. All’esodo inesorabile dei residenti, ora ai minimi storici (meno di 60.000 locali vivono a Venezia), fanno da controcanto le cifre schiaccianti del turismo: 30 milioni nel 2013, forse anche di 40, se si contasse chi viene e riparte in giornata. Del resto “voi del turismo ci vivete”, ti dicevano, e non si sapeva neanche bene cosa rispondere. Ma, ma. Sarà la crisi, sarà che non ci si può più sedere sugli allori, sarà l’esasperazione dei pochi cittadini che rimangono: fatto sta che qualcosa bolle in laguna. Iniziative di gestione culturale dal basso, pensate come laboratori di cittadinanza in spazi liberati (Laboratorio Occupato Morion, Sale Docks e Teatro Marinoni fra tutti), il movimento di protesta contro il passaggio delle grandi navi da crociera in laguna, per approdare infine al progetto più recente, il meno atteso, il più utopico: quello che propone prendere in concessione un’isola della laguna! L’Associazione Poveglia è nata all’inizio di aprile per iniziativa di quindici cittadini della Giudecca, che intendevano strappare l’isola di Poveglia, messa all’asta dallo stato italiano, ad un destino che, di nuovo, parebbe già scritto: l’acquisizione da parte dell’ennesima multinazionale del settore alberghiero. Il consenso è stato cosí grande che quando è partita la raccolta fondi, i 20.000 euro richiesti per partecipare all’asta sono stati raggiunti nel giro di tre ore. Da poco è attiva anche una pagina web per pagare la quota di partecipazione di 99 euro, che verrà quasi interamente restituita se l’asta non dovesse andare a buon fine. Ma come ha scritto uno dei tanti sottoscrittori dell’incredibile iniziativa, “spero che non me li dobbiate restituire mai“.
- “Venetians struggle to save historical haunted island from luxury developers“, Lizzie Davis su The Guardian, 22 aprile 2014.
- Gruppo facebook Poveglia per tutti :: Per contribuire: www.message-in-a-bottle.org :: per informazioni: associazionepoveglia@gmail.com
- Una lettura che sembra interessante: Robert C. Davis, Gary R. Marvin, Venice, the tourist maze: a cultural critique of the world’s most touristed city, University of California Press, 2004 [su googlebooks :: review su American Ethnologist (ci vuole la password)]
- Dal 18 al 20 giugno a Venezia si terrà il V seminario di Tracce Urbane, rete interdisciplinaria di studi urbani, che quest’anno conta con la presenza di Leonie Sandercock! (stranamente, il seminario è organizzato in scapes, esattamente come il libro linkato sopra)
- E non dimenticate, ovviamente, i nostri colleghi che studiano antropologia del turismo: Turiscòpia