Ancora sulla Vila Olímpica di Barcellona

15/09/2016 admin 0
La Vila Olímpica è considerata la più importante operazione urbanistica realizzata a Barcellona nel XX secolo. Per realizzare la sua costruzione si demolirono edifici obsoleti e si cacciarono i loro abitanti, come nelle riforme igieniste del XIX secolo. Ma le memorie esiliate hanno sopravvissuto all'urbicidio, e recuperano la loro esistenza ogni volta che gli sfrattati tornano sui luoghi recuperati.

L’urbanismo discreto della borghesia

05/10/2015 admin 0
Scrive José Mansilla che portando l'attenzione sull'emersione, la crescita e lo sviluppo delle classi medie possiamo capire come le cosiddette idee urbanistiche "progressiste" siano degenerate in privatizzazioni e speculazione immobiliare. Questo fenomeno è destinato a durare, o saremo così fortunati da assistere a qualche cambiamento?
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“Ri-cordo” di Can Ricart: farlo passare di nuovo per il cuore

01/09/2012 admin 0
Dodici anni dopo l'approvazione del piano "22@", due notizie ci illustrano l'impatto di lunga durata della delocalizzazione delle fabbriche e della riqualificazione urbanistica del quartiere di Poblenou. La Cerería Mas di Can Ricart ha chiuso a marzo, esattamente cinque anni dopo lo sgombero del recinto e il trasloco forzato; ad aprile, quattro persone sono morte nell'incendio di una baracca adiacente al nuovo Parc Central di Jean Nouvel [vedi questo link]. Le parole di Jaume Pagès, ex direttore amministrativo della Cereria, ci riportano indietro le sensazioni di questa antica battaglia che abbiamo perso, ma che non abbiamo dimenticato. lo sfratto "insomma, in primo luogo ti senti scacciato, non voluto, violentato. si rompe all'improvviso quell'universo ripetitivo ed invariabile, e senza avvisare, tutto trema, niente sembra reale. anche i cambi nel quartiere, le demolizioni, non hanno nessuna connotazione positiva, risultano solo minacciose, tristi. spostare un'azienda è complicato. cioè, dovrebbe esserlo, perché un'impresa, prima di tutto, la formano delle persone. questo vuol dire che - di colpo - si sfalda tutta la cosmogonia di tutti i suoi membri...
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“Un dia fuimos noticia”: le battaglie dimenticate

21/06/2012 admin 0
[/caption] Da decenni ormai a Barcellona quartieri interi sono demoliti nel silenzio mediatico più assoluto. Se in qualche momento queste situazioni "furono notizie", presto l'oblio torna a coprire il loro ricordo. Un caso recente è quello del quartiere di Can Tunis, demolito sotto silenzio nell'estate del 2004; ma già nel 1993, le cases barates di Eduard Aunós, nella stessa Zona Franca, caddero senza quasi lasciare traccia: i mass media erano occupati a celebrare il successo delle Olimpiadi, come più avanti succederà con il Forum 2004. Un gruppo di ex abitanti di Eduard Aunós hanno recuperato questo antico reportage: ci ricorda una battaglia dimenticata, sorprendentemente simile alla battaglia attuale sulla demolizione di un altro gruppo di cases barates, quelle di Bon Pastor. Un giorno, anche quest'ultimo sarà dimenticato.
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Distruggere e costruire: storia di una fabbrica

06/10/2011 admin 0
Venerdì 7 ottobre alle 19:30, proiezione del documentario Destruir y construir sulla fabbrica di Can Ricart, nel quartiere barcellonese di Poblenou. Can Ricart era un recinto di fabbriche attive a Barcellona da metà ottocento, alla cui construzione avevano collaborato importanti architetti del modernismo catalano. Durante l'euforia immobiliaria degli anni 2000-2008, il Comune aveva favorito la demolizione di una gran parte dei padiglioni, nonostante le proteste e gli studi dettagliati che chiedevano rispetto per il patrimonio industriale. Così come sta succedendo in altre parti della città, di recente è stato reso pubblico che non ci sono soldi per realizzare il "Museo delle lingue" - l'edificio misterioso, romantico e sostenibile che l'architetta Benedetta Tagliabue stava progettando nei padiglioni ancora in piedi.
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Cosa fare con il patrimonio industriale? azione e riflessione da Can Batlló (Barcellona)

21/06/2011 admin 0
Nonostante tutta la bibliografia accademica sui vantaggi della riconversione del patrimonio industriale (Tatjer 2008), la pratica abituale nella Barcellona postindustriale è stata la demolizione sistematica, spesso accompagnata dal mantenimento delle ciminiere: simboli fallici che più che il valore della memoria paiono celebrare l'annientamento della città operaia. Il conflitto sul grande complesso industriale di fine ottocento Can Batlló, 13 ettari semiabbandonati nel quartiere La Bordeta (Sants, Barcelona) vedeva opposte, come sempre, da un lato l'avidità dei proprietari, la complicità del Comune, e dall'altro le richieste e i bisogni degli abitanti del quartiere.
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Poblenou 03-08 (Barcelona su Barcelona)

09/05/2011 admin 0
POBLENOU 03-08: Video del collettivo Suporttotal, che raccoglie buona parte del materiale di Jordi Secall su Poblenou tra il 2003 e il 2008. Foto di momenti storici come lo sgombero degli abitanti e la distruzione delle strade che ora sono il Parc Central, immagini di can Ricart e La Escocesa ancora vivi, l'entrata biblica della Makabra a can Ricart, e altre immagini più recenti in video, come i graffiti sul tetto del laboratorio artistico Caminal ora defunto, o lo sfratto di una familia della calle st. Francesc nell'estate 2008. Sono 11 minuti frenetici di musica, video e foto.
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La Riconquista di Alcoi

19/03/2011 admin 0
[caption id="attachment_1958" align="aligncenter" width="640" caption="El Partidor, quartiere di Alcoy (Alicante). Foto di Jordi Flores Casasampere"][/caption] La trasformazione del centro di Alcoy, antica citta industriale tra Alicante e Valencia, implica grandi demolizioni nel quartiere del Partidor, culla delle lotte operaie della Spagna. Il Comune compra uno a uno i palazzi del quartiere e li svuota di abitanti, favorendo il degrado e legittimandone la demolizione. In nome del bene comune e del miglioramento della vita urbana, in tutta la Spagna vengono cancellati i quartieri storici del proletariato, come se la storia fosse solo quella borghese; questo processo è ancora piu drammatico nelle città in cui furono più forti le lotte e proteste contro il capitalismo nascente. "La vergogna di obbligarti ad andare al tuo funerale", cantava il poeta di Alcoy Ovidi Montllor, rispetto alla ricostruzione di un campanile bruciato durante la Guerra Civile.
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La qualità della vita a Napoli: tra Pomigliano e Posillipo

14/01/2011 admin 0
“Un oasi di lusso nella capitale della mafia”, titolava un periodico peruviano che ha pubblicato di recente questo fotoreportage sulla vita quotidiana del circolo Posillipo a Napoli. Eppure, nonostante i tanti indizi che sembrano dimostrare il contrario, Napoli non può essere ancora assimilata allo stereotipo della città sudamericana, con i ricchi chiusi nei loro bunker dorati e il popolo per strada a scannarsi a colpi di revolver. Sia perché i soci del Posillipo non sono poi così ricchi come si potrebbe immaginare, ma soprattutto perché Napoli, come le città sudamericane, è un posto ben più complesso delle narrazioni univoche che ne fanno i mass media, che ora ve(n)dono solo i morti ammazzati, la legge violata, il caos urbanistico e sociale, mentre negli anni Novanta raccontavano solo di monumenti riaperti, del dinamismo della nuova classe dirigente e del turismo ritrovato. Eppure la camorra controllava i quartieri anche allora, le periferie erano luoghi di seconda classe e i ragazzini cominciavano a farsi di crack e cocaina al riparo dell’invisibilità in cui faceva comodo relegarli; tutte cose che, in quel momento, non andavano troppo di moda.
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Napoli, Forum delle culture 2013

15/08/2010 admin 0
"La prima edizione del Forum si è tenuta nel 2004 a Barcellona, con esiti fallimentari: il pomposo programma di manifestazioni culturali è servito sostanzialmente da paravento per realizzare una grande manovra speculativa sul quartiere popolare del Poble Nou ed il litorale cittadino. Analogamente, a Napoli il Forum 2013 costituisce il cavallo di troia che permetterà una feroce valorizzazione turistico-immobiliare del centro storico e dell’area di Bagnoli, favorendo l’espulsione in periferia dei ceti popolari e la cementificazione del litorale di Coroglio".
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Dal “Plan de la Ribera” al 22@: la trasformazione del litorale di Barcellona

14/08/2010 admin 0
"È come dare un coltello per il pane a un bambino di due anni: non sanno quel che stanno facendo. Voglio dire: ci resteranno dei palazzi molto belli, però dobbiamo vedere su cosa li hanno costruiti. C'erano cose, prima". Jaume Pagès, ex-impiegato di Can Ricart
Tra il 2005 e il 2006 abbiamo lavorato sul quartiere di Poblenou, da due punti di vista. Dal punto di vista storico, abbiamo cercato di ricostruire i processi di resistenza degli abitanti delle zone di Poblenou che tra gli anni 60 e 70 hanno sofferto gli effetti dell'ambizioso "Plan de la Ribera", col quale il sindaco franchista Porcioles cercava di trasformare il litorale nord della città in una zona residenziale e di alberghi. Dal punto di vista etnografico, ci siamo rivolti alle conseguenze vissute dagli abitanti, lavoratori e commercianti della zona, per il progetto non meno ambizioso "22@", con cui il sindaco socialista Joan Clos ha cercato di trasformare, tra il 2000 e il 2004, la maggior parte del quartiere di Poblenou in una zona residenziale e di alberghi. Il lavoro ci si è rivelato molto superiore alle nostre possibilità, e abbiamo dovuto rinunciare all'idea di studiare l'intero quartiere di Poblenou (200 ettari!). Abbiamo così realizzato una serie di interviste a ex attivisti e abitanti rispetto al Plan de la Ribera, ed una serie di altre interviste rispetto ad un caso esemplare del 22@, il complesso di fabbriche di Can Ricart.

Des del ressentiment (Poblenou, 2006)

14/08/2010 admin 0

Piccolo documentario che abbiamo fatto nel 2006 sul complesso fabbrile di Can Ricart (Barcellona), colpito dagli effetti dell’enorme progetto urbanistico “22@”. Le fabbriche, laboratori e studi che usavano l’antica struttura di fine 800 sono state obbligate a spostarsi, così come la maggior parte degli abitanti delle case intorno. Ora, su parte di quest’area sorge il nuovo (e vuoto) “Parc Central” di Jean Nouvel. …