Sgomberi e cittadinanza a Casablanca

14/10/2018 admin 0
Migliaia di abitanti della periferia di Casablanca sono stati sfrattati, le loro case demolite in poche ore. Ora sono accampati vicino alle macerie, e vogliono rinunciare alla cittadinanza marocchina.

Sono morte perché erano povere

24/09/2018 admin 0
È stato uno scandalo quando l'opposizione britannica ha proposto l'esproprio di appartamenti vuoti per alloggiare i superstiti dell'incendio della Grenfell Tower. Nel passato però il governo dell'UK aveva già adottato misure di questo tipo per affrontare la crisi degli alloggi; naturalmente, obbligato dal movimento di occupazione...

Il secondo terremoto

31/07/2018 admin 0
Il gruppo di ricerca autogestito "Emidio di Treviri" sta studiando l'impatto delle politiche di emergenza posteriori al sisma del centro Italia: una gestione ancora più catastrofica del terremoto stesso.

Tutte le città sono possedute

16/02/2018 admin 0
Tutte le metropoli sono intrinsecamente legate al diavolo. Le città nascono per contrastare il terrore della natura selvaggia, il pericolo del non abitato, e nel loro centro hanno un axis mundi che protegge dal male. Ma invariabilmente tradiscono questo loro compito, e nel loro seno proliferano forze ancora più perverse di quelle che si proponevano di combattere.

Ripopolare la montagna non è un delitto!

18/05/2017 admin 0
I villaggi occupati in montagna sono davvero una scelta antiurbana? In un sistema di produzione che sottomette tutto il territorio al consumo della città, è più giusto considerarli periferie lontane. Centinaia di persone in tutta Europa cercano di ricostruire l'autosufficienza in terre che gli stati destinano a grandi infrastrutture, spesso inutili o dannose.

El Haouma, cioè il quartiere

09/06/2015 admin 0
Cos'è stato di quei ragazzi così celebrati nel 2011, i protagonisti delle cosiddette 'primavere arabe'? Da anni sentiamo parlare solo di politici, di leader, di terroristi... ma la gente normale, a Tunisi, a Casablanca, al Cairo, dov'è? La risposta è facile: nei quartieri. A Hay Hlil, a Oukacha, a Hezbet el Haggana, dove si continua a vivere la stessa rabbia e frustrazione di sempre, di prima delle proteste.
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Heygate era casa nostra

14/03/2015 admin 0

Com’è perdere la tua casa? Che vuol dire essere ‘rigenerati’, quando ti si chiede di lasciare casa tua senza alternative? Che vuol dire ‘casa’ per la gente che sta in queste situazioni – non è un insieme di memorie, eventi, esperienze e connessioni con gli altri? Come si ‘rigenera’ tutto questo?”

Nel Heygate was Home Digital Archive si raccolgono i testimoni di molti ex abitanti di Heygate, il complesso di case popolari del quartiere Elephant & Castle di Londra, la cui demolizione è iniziata alcuni mesi fa. Era nel posto sbagliato nel momento sbagliato: a meno di un chilometro da Buckingham Palace, negli anni delle Olimpiadi. I suoi abitanti si sono trovati di colpo ad essere investiti nella tipica narrativa demonizzatrice, ingannati dalle autorità competenti, alla fine sbattuti ai quattro angoli dell’area metropolitana. E tutto per essere ‘rigenerati’…

Una città morta

21/01/2015 admin 0

Come in un gioco di scatole cinesi, in questo documentario non solo si mostra magistralmente la corruzione istituzionale e politica sulla quale si basa la montatura orchestrata dalla polizia e chiamata ‘4F’, iniziato il 4 febbraio 2006 nella calle Sant Pere Més Baix di Barcelona, ma la comprensione dell’orrore si estende in circoli concentrici sempre più ampi, dalla polizia, alla magistratura, alla stampa, ai servizi sociali, al comune, alla violenza urbanistica, in breve, al potere in sé. …

Resistere è vincere: 10 anni nel Forat

23/06/2014 admin 0
Sono passati dieci anni da quella notte memorabile quando, dopo molti mesi in cui sopportavamo la sfacciataggine dei signorotti del comune, l'assedio continuo della polizia e la prepotenza degli imprenditori immobiliari, finalmente gli abbiamo restituito il colpo. Quando varie centinaia di abitanti e gente solidale sono riusciti a demolire il muro con cui il sindaco Joan Clos aveva ordinato di imprigionare il Forat de la Vergonya, abbiamo capito che la rivolta non è altro che l'ultimo atto di razionalità possibile di fronte a un ordine governativo basato sul saccheggio di quello che è comune.

C’è vita in laguna

26/04/2014 admin 0
Venezia si tende a dare per spacciata: il suo destino appare ineluttabile che poco si è fatto o pensato per tentare di cambiar rotta. Ma qualcosa bolle in laguna.
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I fantasmi di San Berillo

21/03/2014 admin 0

Città diverse si succedono sopra lo stesso suolo e sotto lo stesso nome, scrive Calvino, nascono e muoiono senza essersi conosciute, incomunicabili tra loro. Alle volte anche i nomi degli abitanti restano uguali, e l’accento delle voci, e perfino i lineamenti delle facce; ma gli dèi che abitano sotto i nomi e sopra i luoghi se ne sono andati senza dir nulla e al loro posto si sono annidati dèi estranei. E’ vano chiedersi se essi sono migliori o peggiori degli antichi, dato che non esiste tra loro alcun rapporto… Vi segnaliamo un altro documentario italiano: I fantasmi di San Berillo, di Edoardo Morabito e Irma Vecchio (2013), vincitore al Torino Film Festival. La demolizione di questo antico quartiere del centro di Catania, nel 1958, fu lo sventramento più grande del dopoguerra, legato (come tutto in Italia) alla Società Generale Immobiliare, di proprietà del Vaticano. 30.000 persone furono deportate in periferia. Fu lo stesso anno in cui si proibirono le case chiuse: le prostitute iniziarono a lavorare in clandestinità, e quello che rimase di San Berillo diventò uno dei più grandi red light districts del Mediterraneo. Così la storia del quartiere è continuata per un altro mezzo secolo, finché nel 2001 una nuova operazione di polizia ha cacciato di nuovo prostitute e travestiti dalle loro case e strade. Oggi molti terreni sono ancora vuoti, quando non sono diventati nuove favelas (come mostra questo video del 2012). Il documentario alterna visualmente il presente e il passato del quartiere, e le immagini sono accompagnate dalle affascinanti parole della scrittrice Goliarda Sapienza, nata a San Berillo nel 1924.

Decostruire le radici coloniali della pianificazione

28/12/2013 admin 0
Che la pianificazione in sé avesse a che fare con il colonialismo, ce n'eravamo accorti da tempo. Ma ancora non avevamo trovato una prospettiva così completa come quella sviluppata dall'urbanista australiana Libby PORTER, che ha studiato l'uso della pianificazione come strumento di esclusione spaziale degli aborigeni, cioè, l'urbanismo come complemento e continuazione del colonialismo.
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Il protettore di Phnom Penh

21/09/2013 admin 0

Questa è la statua di “Nak Ta Ma Chas Day”, spirito protettore della città di Phnom Penh. Teoricamente è il proprietario delle sue terre, anche se nessuno gli offre mai un incenso, né una preghiera. Sarà per questo che, a quanto pare, ultimamente non stia facendo un gran lavoro. Edifici sproporzionati sorgono casualmente e all’improvviso; la famiglia Sokha, una delle più potenti del paese, costruisce quando e dove vuole; e la polizia, ogni tanto, ancora uccide i dissidenti. Per non parlare della gestione della memoria del genocidio: solo di recente, oltre 30 anni dopo, le istituzioni locali ed internazionali stanno faticosamente riconoscendo il lavoro straordinario svolto dai guaritori tradizionali, nel trasformare i milioni di fantasmi che aleggiano su tutta la Cambogia in “antenati” delle comunità, e protettori delle sue terre.

  • Due articoli MOLTO INTERESSANTI sulla gestione della memoria: Maurice EISENBRUCH (2006), “The uses and abuses of culture: Cultural competence in post-mass crime peacebuilding in Cambodia” [PDF] :: Anne Yvonne GUILLOU (2012), “An alternative memory of the Khmer rouge genocide: the dead of the mass graves and the land guardian spirits” [PDF] :: e anche la web di M. Eisenbruch
  • Qualche testo sulla città: Sylvia NAM (2011) “Phnom Penh: From the Politics of Ruin to the Possibilities of Return” [link] :: Thomas KOLNBERGER (2012) “Between Mobility and Immobility: Traffic and Public Space in Phnom Penh” (nice photos) [link] :: AbdouMaliq SIMONE (2008) “The Politics of the Possible: Making Urban Life in Phnom Penh”, [link]
  • Un video, ormai un classico: “We Want (u) To Know(2011) di Ella PUGLIESE [il facebook è più aggiornato] – è il risultato di un progetto di videoantropologia partecipativa attraverso la memoria oscura della Cambogia post-traumatica; ha ricevuto il Community Cinema Award nell’ottobre 2013 al festival internazionale di Yamagata!
  • Khan Saret, Tanja Schunert, “Exploring the Utilization of Buddhist Practices in Counseling for Two Different Groups of Service Providers (Monks and Psychologists) in Cambodia” [PDF], articolo al quale ha collaborato la nostra amica Judith STRASSER, tra le organizzatrici del congresso “Mental Health of Khmer Rouge Survivors and Their Descendants” (2010)
  • Fabienne LUGO (2002) Between a Tiger and a Crocodile: Management of Local Conflicts in Cambodia, an anthropological approach to traditional and new practices, UNESCO [PDF]