Tra il 2009 e il 2011, alcuni membri del nostro gruppo di lavoro hanno collaborato con l’organizzazione del Concorso internazionale d’idee Repensar Bonpastor promosso da un gruppo di architetti e urbanisti di Barcellona in collaborazione con l’Alleanza Internazionale Abitanti. Dopo vari anni di ricerca (2004, 2009) nelle casas baratas di Bon Pastor, e grazie alla relazione durevole con una serie di famiglie del quartiere, siamo arrivati ad una conclusione: che nonostante il costante bombardamento, mediatico ed istituzionale, sulla necessità di “rimodellare” (cioè demolire) questo gruppo di case popolari “rosso” e popolare, costruito dal Comune di Barcellona nel 1929, sarebbero possibili altre soluzioni, che permetterebbero di conservare la specificità storica e sociale che questo quartiere rappresenta per i suoi abitanti e per tutta la città. Le culture, abitudini, tecniche e linguaggi sviluppati nel corso dei decenni dagli abitanti delle 784 casas baratas, e legati a questa specifica forma di vita, difficilmente sopravviveranno alla demolizione del quartiere. Inoltre, molti abitanti, a partire dall’arrivo di questa presunta “modernità” che il comune porta sotto forma di una demolizione, si sono visti obbligati ad abbandonare il quartiere, o a soffrire violenti sgomberi.
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