Come nei due post anteriori sulla teoria antropologica [post1 – post2], continuiamo a segnalare testi che possano aiutarci a capire le contraddizioni di un’etnografia “interna” all’attivismo sociale, cioè prodotta a partire dall’implicazione diretta in movimenti politici rivoluzionari, rifiutando la neutralità e la cosiddetta distanza etnografica, verso l’elaborazione di un’antropologia dell’azione.
- Jeffrey JURIS (2007) “Practicing militant ethnography with the Movement for Global Resistance (MRG) in Barcelona”, a Constituent Imagination: Militant Investigation, Collective Theorization, Shukaitis, S., Graeber, D., ed. pp. 164-176. Oakland, Calif.: AK Press. [PDF]
- Colin BARKER y Laurence COX, in “What have the Romans ever done for us? Academic and activist forms of Movement Theorizing [LINK] riflessioni sulla riedizione contemporanea della classica dicotomia gramsciana tra intellettuale organico e intellettuale tradizionale, in termini di intellettuali accademici e intellettuali di movimento.
- David GRAEBER, “Los nuevos anarquistas”, New Left Review n.13, gennaio-febbraio 2002 [PDF]. Rinascita dell’anarchismo classico nelle reti post-zapatiste di resistenza globale, verso la costruzione di una nuova cultura politica rivoluzionaria. Grazie ai compagni de La Hoguera, biblioteca sociale di Santa Coloma de Gramanet (Barcellona).