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La Colonia Castells e la “sindrome da trasformazione urbanistica”

29/10/2010 admin 0
-Che tristezza! Sono riusciti a ottenere quello che volevano: un quartiere morto e senza vita. E io? Io sí che nell'appartamento ci muoio! Sul balcone non so che fare, leggo il giornale... per questo vengo qui, a vedere se trovo qualcuno per strada, per chiacchierare un po', come ho sempre fatto... A noi ci piace stare in strada...(un'abitante della "Colonia Castells") Barcelona si trasforma: da una città "con le minuscole", di case basse e al piano terra, sta diventando una città "con le Maiuscole": edifici di costruzione intensiva, standardizzazione verticale e grandi viali commerciali. Nella Colonia Castells, piccolo quartiere "residuale" di casette ad un piano, proprio dietro uno delle arterie economicamente più importanti di Barcellona (la Diagonal), decenni di piani e progetti hanno trasformato un antico quartiere operaio degli anni 20 in uno spazio in transizione, in costante attesa di demolizione: un braccio della morte urbanistico e sociale. Gli abitanti dei "buchi neri" come questo interiorizzano l'incertezza e precarietà in cui sono confinati, fino a presentare sintomi di una "sindrome da trasformazione urbanistica", individuale e collettiva, che rompe i vincoli comunitari e potenzia individualismo e sfiducia generalizzata. Il quartiere si trasforma cosí in uno spazio triste e inospitale, e gli stessi abitanti che lo hanno amato sono obbligati a volerlo abbandonare.
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Un dialogo attraverso la geografia urbana brasiliana

26/10/2010 admin 0
Il Grupo de Estudo sobre Sao Paulo GESP – Laboratorio de Geografía Urbana LABUR lavora sull'urbanizzazione della metropoli di Sao Paulo, dentro del dipartimento di Geografia della USP (la página web es muy interesante). Alcuni dei suoi membri saranno a Barcellona per esporre i loro lavori nel seminario Problemáticas de la urbanización brasileña: nuevas estrategias de producción del espacio. Ora: 10:00, Aula 505, 2º piso, Facultad de Geografía y historia. Calle Montalegre 6, Raval, Barcelona. Intervengono: Marcela Nascimiento, Fabiana Valdoski Ribeiro, Danilo Volochko. Modera: Rosa Tello.
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Il ventre di Parigi

24/10/2010 admin 0
In Non toccare la donna bianca di Marco Ferreri (1974) gli indiani sono gli abitanti sfrattati dal centro di Parigi e i cowboy i sicari degli speculatori immobiliari che vogliono sterminarli. Il canyon è l'enorme buco lasciato dopo la demolizione dei padiglioni Baltard, il 6 settembre 1971. Cosí come l'apertura dei boulevard del barone Haussman alla fine del secolo XIX era stata una risposta urbanistica alla Comune del 1870, cosí la demolizione del “ventre de Paris” e la sua trasformazione in un centro commerciale e culturale, in parte, rispose alla necessità di punire la città dopo il maggio del '68. Lo spazio vuoto della Chatelet-Les Halles oggi rende ancora più evidente la marginazione dei giovani che vi arrivano dalle banlieues col treno RER (vedi il film L'odio di M.Kassovitz [1][2]). Tutto questo già era stato previsto dai critici delle demolizioni degli anni '70. Il più grande è il giornalista André Fermigier, i cui articoli sono raccolti in La bataille de Paris. De Les Halles à la Pyramide, chroniques d’urbanisme: “Volete fare della Parigi dell'anno 2000 una città in cui i giovani non avranno i mezzi per vivere?” (1971). O Michel Ragon in Les erreurs monumentales: “La Parigi del futuro sarà composta di una corona di città satellite intorno ad un centro moribondo trasformato in città-museo, come Venezia?”. Il Comune di Parigi già sta preparando un nuovo enorme progetto di trasformazione urbanistica della zona.
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Etnicità e genere in un omicidio nella periferia di Roma

21/10/2010 admin 0

Il 15 ottobre 2010 è morta Maricica Haiaianu, infermiera rumena di 32 anni, dopo l'aggressione di un giovane italiano nella stazione metro di Anagnina a Roma. Su questo fatto (razzismo? sessismo? entrambi? o un complesso sistema di interazioni simboliche?), e sul contesto che lo ha provocato, scrive l'antropologo italiano Pietro Vereni. Questa è la traduzione del suo articolo allo spagnolo; l'originale in italiano si trova sul suo blog.

Lo siento, pero la cuestión es justamente étnica y de género. El asesinato por parte de Alessio Bertone de la enfermera Maricica Hahaianu en la estación de metro Anagnina de Roma, ha recibido mucha atención por parte de los periódicos, de la radio, de la televisión y de todos los medios de comunicación. La historia es esencialmente dramática en su banalidad (una nueva versión de la banalidad del mal, podríamos decir) y parecería una de esas trágicas “fatalidades” debida a la anomía de la vida urbana, a un sistema de relaciones sociales totalmente vacío de contactos personales y por lo tanto reducido a puro intercambio económico. Aunque no podamos pasar por encima de estos aspectos, y no hay duda que la vida en las metrópolis se caracteriza por un aumento de violencia aparentemente gratuita, pero creo que en este caso específico tenemos que investigar también su componente “étnica”, que no es absolutamente marginal como parecen suponer muchos periodistas y políticos: que han hablado de un caso de violencia que no hay que explicar absolutamente en términos de racismo o de tensión étnica.
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“Passatge Cusidó: un adèu” (Addio al passatge Cusidó)

11/10/2010 admin 0
…i sabati uscivamo, e le mie due figlie rimanevano con la vicina, la signora Maria, e non volevano venire con noi. [...] Aunche se andavamo al cinema o al Mcdonald’s, niente! loro preferivano rimanere qui nel vicolo“. Questo corto documentario di Jordi Secall, Manel Muntaner, Yolanda Bermúdez e Chema Alonso (2004) descrive la demolizione del piccolo “Passatge Cusidó”, un vicolo che dava proprio sulla Diagonal di Barcellona. L'impresa immobiliare “Espais” (recentement accusata di corruzione nel Caso Pretòria) si è beneficiata dell'esproprio degli abitanti di questo vicolo eseguito dal Comune di Barcellona nell'ambito del progetto “22@” di rinnovamento urbano del quartiere di Poblenou. Altre informazioni in questo inizio di ricerca elaborato nel 2006 dal nostro gruppo di studio.
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Siviglia: quartiere di San Bernardo in pericolo

03/10/2010 admin 0

“Il quartiere non dev’essere una comunità chiusa, né un mausoleo della storia passata, non può esserlo. Il quartiere, in una città dinamica, è soggetto ad un costante divenire, ad un processo di decostruzione e ricostruzione che risponde a fattori multipli, il primo e il più semplice dei quali è la stessa biologia e finitezza della vita umana. Ma il cambio non sempre comporta un arricchimento, un quartiere può anche morire e sparire, e convertirsi in un mero spazio residenziale, un insieme di spazi privati senza luoghi né vita comune“. Dal Manifiesto por San Bernardo, documento sulla trasformazione del quartiere di San Bernardo a Siviglia, e sui movimenti di protesta che stanno portando avanti i suoi abitanti. Si veda anche la pagina web della rete di “quartieri in lotta” di Siviglia.…