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Squatting in Europe

06/01/2012 admin 0
Squatting in Europe è una rete di ricerca su movimento squatter in Europa. Le origini dei suoi membri sono diverse: Brigthon, Madrid, Barcellona, Berlino, Copenaghen, Rotterdam, Roma, Catania, New York, Vermont, Amsterdam, Parigi..., così come le posizioni che hanno i diversi ricercatori (alcuni universitari, altri attivisti, altri a cavallo) e naturalmente mobili. A partire da questa diversità i membri condividono l'impegno e la vicinanza alle varie espressioni del movimento “okupa” (squatter), una pratica di dialogo e riflessione con i protagonisti di esperienze di questo tipo, ed un impegno nella pubblicazione di materiale copyleft e libero. Ogni volta che la rete si riunisce in una città si usano spazi occupati per le riunioni, aprendo il dibattito alla gente che usa ed abita gli spazi. Dal 2009 le riunioni sono state a Madrid, Milano, Londra, Berlino, Amsterdam; l'ultimo incontro (dicembre 2011) è stato a Copenhagen, tra la Bolsjefabrikken e la Youth House. I risultati di questo lavoro in rete ed incontri periodici è l'arricchimento dei vari lavori attraverso il dibattito e l'esperienza dei luoghi visitati, nonché la produzione di materiale collettivo da prospettive multisituate.
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Istanbul, città senza limiti. Video “Ekümenopolis”

15/11/2011 admin 0
"A Istanbul abbiamo superato i limiti ecologici, abbiamo superato i limiti della popolazione, abbiamo superato i limiti economici. Se mi chiedi dove ci porterà tutto questo, ti rispondo citando Doğan Kuban: al caos" Mücella Yapıcı, architetto.
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Poblenou 03-08 (Barcelona su Barcelona)

09/05/2011 admin 0
POBLENOU 03-08: Video del collettivo Suporttotal, che raccoglie buona parte del materiale di Jordi Secall su Poblenou tra il 2003 e il 2008. Foto di momenti storici come lo sgombero degli abitanti e la distruzione delle strade che ora sono il Parc Central, immagini di can Ricart e La Escocesa ancora vivi, l'entrata biblica della Makabra a can Ricart, e altre immagini più recenti in video, come i graffiti sul tetto del laboratorio artistico Caminal ora defunto, o lo sfratto di una familia della calle st. Francesc nell'estate 2008. Sono 11 minuti frenetici di musica, video e foto.
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Un concorso di idee contro la demolizione di un quartiere popolare

22/01/2011 admin 0
Tra il 2009 e il 2011, alcuni membri del nostro gruppo di lavoro hanno collaborato con l'organizzazione del Concorso internazionale d'idee Repensar Bonpastor promosso da un gruppo di architetti e urbanisti di Barcellona in collaborazione con l'Alleanza Internazionale Abitanti. Dopo vari anni di ricerca (2004, 2009) nelle casas baratas di Bon Pastor, e grazie alla relazione durevole con una serie di famiglie del quartiere, siamo arrivati ad una conclusione: che nonostante il costante bombardamento, mediatico ed istituzionale, sulla necessità di "rimodellare" (cioè demolire) questo gruppo di case popolari "rosso" e popolare, costruito dal Comune di Barcellona nel 1929, sarebbero possibili altre soluzioni, che permetterebbero di conservare la specificità storica e sociale che questo quartiere rappresenta per i suoi abitanti e per tutta la città. Le culture, abitudini, tecniche e linguaggi sviluppati nel corso dei decenni dagli abitanti delle 784 casas baratas, e legati a questa specifica forma di vita, difficilmente sopravviveranno alla demolizione del quartiere. Inoltre, molti abitanti, a partire dall'arrivo di questa presunta "modernità" che il comune porta sotto forma di una demolizione, si sono visti obbligati ad abbandonare il quartiere, o a soffrire violenti sgomberi.

Istanbul: vivere nell’esclusione (volontaria e involontaria)

19/09/2010 admin 0
Tra il 2005 e il 2010 ci sono stati oltre 1 milione di sfratti a Istanbul. Gli abitanti degli antichi 'gecekondu' (quasi sempre kurdi, armeni, rom o turchi di classe bassa) sono deportati in grandi complessi di case popolari in periferia, e soggetti a processi di "civilizzazione" normalizzazione.
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La città orizzontale: i quartieri di “Cases Barates” a Barcellona

13/09/2010 admin 0
Dal 2008 il nostro gruppo di ricerca sta lavorando sul quartiere di Casas Baratas de Bon Pastor, nella periferia nord di Barcellona. È un barrio particolare: oltre 600 "case minime" ad un piano, ognuna dipinta di un colore diverso, circondate da fabbriche e magazzini, sulla riva del fiume Besós. Costruite nel 1929 in aperta campagna, per alloggiare operai migranti (“mursiani e della FAI”, venivano chiamati all'epoca), oggi è uno spazio urbano più simile ad un paese che a un quartiere di una metropoli occidentale. Un progetto del Comune di Barcellona, propietario di tutte le case, prevede la “remodelaciòn” della zona, attraverso la demolizione integrale di tutte le case: le prime 145 sono state abbattute nel 2007, poco prima di cominciare le nostre ricerche sul quartiere. Gli abitanti del quartiere soffrono di una serie di “patologie sociali” che accompagnano la demolizione fisica delle case: le reti sociali (vicini, parenti...) stanno soffrendo le conseguenze della trasformazione urbanistica, e il paesaggio umano del quartiere si sta trasformando forse anche più velocemente del paesaggio urbano.