“Qui siamo nati tutti in quartieri che vi avanzavano, circondati di cose che vi avanzavano, aspettando di crescere, invecchiare, o meglio, di decostruirci, per poter meglio ricevere i vostri sociologi, i vostri psicologi sociali, il sostituto sindaco, l’assessore peggio vestito, i figli dei quartieri ricchi che vengono a darci l’esempio di come con talento e fatica possiamo riuscire a uscire dai quartieri che vi avanzano; cioè, ci date la scienza sociale che vi avanza, la psicologia che vi avanza, il sindaco che vi avanza, lo sguardo di solidarietà che vi avanza e la paura che vi avanza, perché a volte pensate che sareste potuti essere voi gli avanzi e per questo scendete qui a vederci interpretare il ruolo delle classi sussidiate, ormai inutili anche per la produzione perché la robotica ci ha sostituito e perché la nostra condizione di quartieri avanzati non può competere con gli avanzi di altre latitudini ancora più impoverite.
È per questo che ci lasciamo fotografare prima che scopriate la nostra inutilità, prima che finiate di demolirci il paesaggio, e prima che capiate che non vi avanziamo neanche più, perché non avete neanche più un quartiere dove metterci.
Oggi mi sono rotto un dente con un martello per potervi sorridere proprio come piace a voi. Ma non ci abbandonate. In fondo, siamo gli indigeni più accessibili, e se ce lo proponiamo, possiamo essere anche bilingui“.
(Testo di Manuel Vázquez Montalbán per il libro di fotografíe di Jordi Oliver “08001” stampato in proprio a Barcellona nel dicembre 1999. Vedi anche questo post)