Per capire la profonda trasformazione urbanistica e sociale che ha investito il Barrio Chino di Barcelona, centro storico della città (che ora, dopo la gentrification e gli sventramenti, va chiamato “Raval”), si porta sempre l’attenzione sul sottoproletariato che vive e traffica nel quartiere: “gente della malavita e del malcostume” (1943). Sarebbe invece ben più proficuo rivolgere lo sguardo ad altri traffici, di ben altra portata e ben più occulti di quelli della malavita del Barrio Chino. La borghesia catalana ha cercato di trasformare e demolire il centro di Barcellona da oltre un secolo: il progetto dovette attendere durante la guerra e la dittatura, ma con gli anni ’80 si recuperò il vecchio sogno di dominio. “Queste 200 famiglie che erano al potere da 150 anni, avevano comprato i palazzi del centro, per far soldi a palate con la demolizione e ricostruzione di questi quartieri“. Leggere l’articolo inedito di Adolf CASTAÑOS “La memoria e le sue distorsioni. Interessi occulti e sostituzione borghese nel Barrio Chino di Barcellona” (2010) in PDF(Italiano) (originale spagnolo. Traduzione inglese).
- Foto (2008-2009) di abitanti sotto sgombero in calle Robadors. [Album1 di Eduardo Soteras] [Album2 di Joan Alvado]
- Manuel Vázquez Montalbán “La limpieza étnica de los señoritos” in El País, 14/9/1993
- “1988-1991 Crisis de la heroïna y comienzo de la guerra urbanística en el centro histórico” in Masala, novembre-dicembre 2009.
- Rodolfo RUFIÁN ROTO (2011) El oscuro antecedente de la Isla Negra [spagnolo su sinpermiso, catalano su elcordelesaparencies]