“Secondigliano, Miano, Piscinola, tutti i quartieri della periferia settentrionale, ma soprattutto Scampìa, il più giovane e il più maledetto quartiere di Napoli, sono ormai disseminati di simboli negativi, emblema di qualcosa di oscuro e inestirpabile, che per estensione si applica alle decine di migliaia di persone che in periferia continuano a condurre una vita normale“. (Rossomando, 2007). Per “Le Vele” di Scampìa, enormi edifici nati come progetto architettonico innovativo negli anni ’70, e ora diventati zona “off-limits” per eccellenza, si cerca di nuovo una soluzione architettonica: demolire o preservare? L’utopia è quella della “tabula rasa”, cioè di risolvere i problemi sociali demolendo e ricominciando da capo, o svuotando e trasformando in monumento. “La complessità della realtà dei luoghi si riduce miserevolmente al dibattito pubblico tra demolizione e patrimonializzazione, a due facili e spettacolari soluzioni, che in entrambi casi prevedono sempre un attacco alla storia delle comunità che ci abitano” (Nocera 2010). Di ben altre utopie si nutre la moltitudine di persone che, quotidianamente e da decenni, lottano a fianco dei gitani del campo nomadi, degli abitanti delle Vele, delle famiglie distrutte dalle tragedie del “malcomune”. Anche di loro si farà “tabula rasa”?
- Ugo Nocera, Marcello Anselmo (2010) “Le Vele di Scampìa e la tentazione della tabula rasa”, in Lo Squaderno n.18 , pp. 51-55 [PDF]
- Luca Rossomando (2007) “La Voragine di Secondigliano”, in Nazione Indiana [link]
- Pagina web del GRIDAS – Gruppo Risveglio Dal Sonno fondato a Scampìa nell’81 da Felice Pignataro (1940-2004), “per stimolare il risveglio delle coscienze e una partecipazione attiva alla vita della società”. Oltre 200 murales, mosaici, laboratori, e 23 anni di carnevali nel quartiere, rappresentano una risorsa di creatività per Scampìa e per il riscatto sociale delle periferie. Nel 2010 il GRIDAS ha ricevuto un’ingiunzione di sgombero dal locale pubblico che ha sottratto al degrado oltre 20 anni fa.
- L’associazione Punta Corsara e il Teatro Mercadante, dal 2006 portano avanti l’incredibile progetto teatrale Arrevuoto, in cui recitano e lavorano più di 50 ragazzi e ragazze di Scampìa, alcuni gitani, altri no.
- “Le vele di Scampia ovvero il fallimento dell’utopia” in progettoscampia.net
Gigi Finizio e i ragazzi di Scampia, Musica e speranza (2006)[audio:https://periferiesurbanes.org/wp-content/uploads/2010/12/Gigi_Finizio_E_I_Ragazzi_Di_Scampia_-_Musica_E_Speranza.mp3]