Il principale ospedale di Bobigny, comune della periferia nordest di Parigi, nel dipartimento Seine-Saint Denis (o “93“), si chiama Avicenne, dal nome europeo del filosofo e medico musulmano Ibn Sina. Quasi 1000 anni prima della nascita della psicanalisi, Ibn Sina aveva elaborato una “tecnica d’influenza” verbale per curare i disturbi psichici. Non può sorprenderci che proprio in un posto come questo, in cui gli immigrati arrivano alla quinta generazione, e costituiscono il 30, 40 percento della popolazione (come a Aubervillers, La Corneuve, o la stessa Bobigny) sia nata una tecnica di psicoterapia che, a partire dalla presa in carico di famiglie migranti, è arrivata a scuotere le fondamenta della psicologia e dell’epistemologia occidentale. Si tratta dell’etnopsichiatria, o etnopsicanalisi, elaborata tra gli anni 80 e 90 da Tobie Nathan, a partire dalla sua consulta pubblica nell’ospedale Avicenne .
Oggi, al Centro Georges Dévereux, fondato da Nathan all’Università Parigi VIII (fino all’anno scorso sempre a Seine-Saint Denis), lavorano psicoterapeuti, filosofi, curanderos, babalaos, maîtres-des-secrets di innumerevoli origini e “appartenenze”, riuniti nell’appassionante ricerca collettiva di una nuova “tecnica dell’influenza” che sappia affrontare in modo decolonizzato e non etnocentrico le complessità di questo mondo: in cui ormai sappiamo bene che “non siamo soli” (Nathan, 2001).
- Sulla pagina web del Centre Georges Dévereux c’è un’enorme quantità di articoli molto interessanti, sia di Tobie NATHAN che degli altri collaboratori del centro: Lucien HOUNKPAKTIN (el actual director), Catherine GRANDSARD, Geneviéve N’KOUSSI, Bruno LATOUR, Philippe PIGNARRE, Emilie HERMANT, Nathalie ZAJDE, Isabelle STENGERS, Françoise SIRONI, Jean-Luc SWERTVAEGHER.
- Stefano PORTELLI (2009) “Antropologia applicata all’intervento psicoterapeutico. L’esperienza del Centro Georges Dévereux“,(Con)textos, n.3.[in spagnolo:PDF] [in spagnolo: ebook]
- Francesca DESIDERI (1997) “Etnopsichiatria: un paradigma alternativo“
- Nonostante le politiche culturali progressiste, Bobigny ha un tasso di disoccupazione altissimo, soprattutto rispetto al fatto che si trova in una delle zone più ricche d’Europa. Molti migranti e “mal-logés” di Bobigny sono costantemente esposti agli sgomberi e alla precarietà. V. i casi de La Corneuve, Bagnolet, Saint Ouen (dalla pagina web del DAL – Droit au logement)
- Film consigliati su Bobigny e il “93”: “93 la belle rebelle” (2010), “Wesh Wesh que’est-ce qui se passe” (2001)