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Cartografie della città capitalista
Il gruppo di studi antropologici La Corrala ha appena pubblicato questo libro collettivo in cui si analizza la trasformazione urbana di nove città dello Stato spagnolo: Barcelona, Tarragona Mallorca, Valencia, Murcia, Siviglia, Cadice e Granada. “Ogni capitolo include un’analisi di come si è strutturata la città, concentrandosi su uno o più aspetti di ognuna, e anche uno sguardo alle resistenze degli abitanti e dei cittadini che sono sorte in risposta ai conflitti generati dai diversi interventi urbani. Dopo questa mappa statale del disastro, l’epelogo “Del plano al mapa” cerca di confrontare e sintetizzare le principali dinamiche esposte nei vari capitoli sul modello egemone di città capitalista. Chiude il libro l’interessante sintesi del lavoro realizzato dal collettivo audiovisuale Left Hand Rotation con il laboratorio Gentrificación no es un nombre de señora in diverse città del mondo. LINK PER SCARICARE IL LIBRO IN PDF QUI
- Pagina del gruppo La Corrala :: Video di promozione del libro su Vimeo :: Pagina del crowdfunding :: Articolo sul blog Seres Urbanos de El Paìs
Guerra e gentrification in Kurdistan
La gentrification e la pulizia etnica usano le stesse tecniche, gli stessi macchinari; la portata e l’intensità sono diversi, ma gli obiettivi e le strategie simili. Lo vediamo in Turchia: mentre a Istanbul il governo demolisce i gecekondu e altri quartieri popolari per aprire nuovi spazi per il commercio e per i ricchi, nel Kurdistan occupato sgombera gli abitanti tradizionali promovendo il turismo e il miglioramento estetico delle città storiche. Nella capitale, la città di Amed, che il governo turco chiama Diyarbakir, il quartiere storico di Sur sta soffrendo un “urbicidio’, con più di 30,000 sfrattati e il 70% di edifici demoliti.
Sull’altra sponda del Tigris (che in curdo si chiama Dicle) gli abitanti del quartiere Fiskaya ancora lasciano le porta aperte. Si conoscono tra loro, e vivono il collettivismo come un fatto naturale. Ma le strade sono ripide, strette, e difficili da transitare per la polizia; inoltre gli abitanti sono quasi tutti votanti del partito pro-curdo HDP e simpatizzanti del PKK di Abdullah Ocalan. Per questo il quartiere rappresenta un problema per il governo turco, che lo affronta proprio come a Istanbul (ad esempio, nei quartieri di Sulukulé e Tarlabase): offrendo agli abitanti appartamenti nei nuovi palazzi di edilizia popolare TOKI, in cima alla montagna. Molti li accettano come un modo per superare la scomodità della vita nelle loro vecchie case; altri invece vedono tutto il progetto come un attacco alla cultura della loro comunità, attraverso la distruzione del quartiere, il rinnovamento urbano e la “rigenerazione”, insieme all’anonimato in cui gli abitanti si troveranno rinchiusi dopo il trasloco nei nuovi palazzi.
- Defne Kadioğlu Polat, “Sur: Urban renewal in the Southeast Anatolian war zone“, Open Democracy, 21/1/2016.
- Mireille Sen, “Urbicidio a Sur, Diyarbakir“, Eddyburg, 21/7/2016, testo completo in PDF (italiano).
- Dichiarazione della Camera degli Architetti di Amed (Diyarbakir) su ANF News: “AKP wants to isolate Sur and force people to accept TOKI“, 30/3/2016 :: “Sur and its memory is being destroyed“, 19/5/2016.
- Jérémie Berlieux, “Aprés les combats, la gentrification“, Le Courier, 14/5/2016.
- Adriano Sofri, “Diyarbakir, dove tutto è cominciato“, La Repubblica, 19/10/2015.
- David Lepeska, “The destruction of Sur: is this historic district a target for gentrification?“, The Guardian, 9/2/2016.
- Altro su Istanbul e le strategie di TOKI: D. Lepeska “Istanbul’s furious bid to become the new Dubai“, NextCity, 2013 :: D. Lepeska “Istanbul gentrification by force leave locals feeling overwhelmed and angry“, The Guardian, 2014 :: N. Glastonbury, D. Kadioğlu “Cleaning out the ghettos: Urban governance and the remaking of Kurdistan“, Jadaliyya, 18/3/2016.
- Foto di Sur del reporter independente Mahmut Bozarslan.
- La resistenza contro la centrale idroelettrica di Hasankeyf: Joris Leverink, “Flooding History“, sulla diga di Ilisu :: blog Hasankeyf Matters. Vedi anche questo report sui trasferimenti forzati nel sud-est della Turchia.
- Tre post precedenti sulla Turchia su Perifèries Urbanes: Taksim è del popolo! (2013) :: Sulukulé, il primo quartiere gitano d’Europa (2011) :: Istanbul vivere nell’esclusione volontaria e involontaria (2010)
Ancora sulla Vila Olímpica di Barcellona
Attraversando la capitale della cultura: estate a Marsiglia
Idroscalo di Ostia, quartiere autocostruito sul litorale di Roma
Repensar Bonpastor: finalmente il libro!
City Life: da vittime della crisi a attivisti contro la speculazione
A Boston, dove si concentrano molte delle università più importanti del mondo, nonché le sedi di corporazioni finanziarie che reggono le fila dell’economia mondiale, la disparità sociale è oggi la più alta degli Stati Uniti: a Roxbury, Dorchester o East Boston, a molti km di distanza da Harvard e il MIT, migliaia di latinoamericani, afroamericani o caraibici vivono in condizioni di miseria che non hanno uguali in nessuna città dell’Europa occidentale. …
Foto di gruppo a Montjuic
Congresso internazionale Contested Cities a Madrid, 4-7 luglio
Il congresso internazionale de la rete Contested Cities, con il titolo Dal conflitto urbano alla construzione di alternative, si svolge in un momento di esplosione globale della lotta e delle strategie di resistenza in quella che potrebbe essere una confluenza di risposte collettive alle fratture urbane sistemiche, e si propone di sviluppare prospettive di lotta contro la polarizzazione urbana neoliberista, …
La villeggiatura popolare sulla costa di Barcellona: i ‘bagni’ di Montgat
Call for papers: La cultura popolare delle periferie
Prima dell’8 novembre (domenica), mandate i vostri abstract al call for papers La cultura popolare delle periferie: Memoria storica, lotte urbane e cambiamento sociale sui margini della città neoliberista. È una conferenza interdisciplinare che si svolgerà il 10 e 11 dicembre 2015 all’Università di Barcellona. I temi trattati saranno: Cultura centrale e culture periferiche; Il ‘valore patrimoniale’ e la penetrazione del turismo; La sottomissione elitaria della ‘cultura popolare’; I conflitti sociali come fonte di coesione.
- Scaricate il call for papers in spagnolo o catalano
- Organizzano: Grup de treball d’Etnografia dels Espais Públics (GTEEP-ICA), Grup de recerca d’Antropologia del Conflicte Urbà (GRACU), Observatori d’Antropologia del Conflicte Urbà (OACU), Inventari del Patrimoni Etnològic de Catalunya (IPEC).