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Roma forestiera (gli usi della diversità)

23/04/2011 admin 0
Se per ragioni urbanistiche e speculative ci sono quartieri della città in cui si concentrano più stranieri (zoning), ovviamente nelle scuole di queste zone ci saranno più bambini/e nati da stranieri. È il caso del quartiere di Torpignattara, nella periferia est di Roma, dove una scuola elementare è da anni al centro di dibattiti pubblici in cui prevalgono parole come "ghetto", "emergenza", "allarme", "banlieue". Mentre i politici (di destra e di sinistra) dicono di essere preoccupati per l'"italianità" della scuola, le sue maestre stanno portando avanti un lavoro degno della migliore tradizione pedagogica italiana, usando la diversità come una risorsa per far fronte ai tagli e alla decadenza delle scuole pubbliche. Fino a quando li chiameranno stranieri? Roma sta cambiando, e mentre alcuni usano questa trasformazione per stimolare la guerra tra poveri, altri hanno capito il suo potenziale per superare il ristagno culturale e politico della cosiddetta "società italiana".
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Ainhara Del Pozo Nogales

21/04/2011 admin 0

Laureata in Scienze Politiche e Antropologia Sociale e Culturale. Ha partecipato ad un programma di mobilità accademica presso l’Università di Belgrano in Argentina. Ha completato il Master di Antropologia ed Etnografia (Università di Barcellona) dove ha realizzato uno studio etnografico sulle mobilitazioni per il miglioramento dei centri di assistenza primaria a Barcellona, ​​realizzando un caso di studio sul conflitto CAP Raval Nord.

Attualmente sta svolgendo studi di dottorato presso l’Università di Barcellona ricercando diversi movimenti sociali per la giustizia ambientale.

Fa parte del gruppo di ricerca Antropologia de les Crisis i les Transformacions Contemporànies (CRITS) (CRITS) presso l’Universitat de Barcelona. Partecipa inoltre al collettivo  Observatori d’Antropologia del Conflicte Urbà (OACU), e ai gruppi di lavoro Antropologia de l’Estat i de l’Acció Pública e  Perifèries Urbanes dell’ Institut Català d’Antropologia (ICA).

Linee tematiche: Antropologia politica, movimenti sociali e azione collettiva. Antropologia urbana, processi di gentrificazione, rivalutazione e trasformazione urbana.

Email: ainhara.delpozo(a)gmail.com

Academia.edu: https://ub.academia.edu/AinharaDelPozo

ORCID ID: https://orcid.org/0000-0001-7107-3889

Researchgate: https://www.researchgate.net/profile/Ainhara-Del-Pozo-Nogales

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Stefano Portelli

21/04/2011 admin 0

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Stefano Portelli (Roma, 1976), ricercatore indipendente presso l’Institut Català d’Antropologia, membro fondatore del Gruppo di Lavoro Perifèries Urbanes, amministratore del sito http://periferiesurbanes.org, e membro del collettivo multidisciplinare di antropologi, architetti e urbanisti Repensar Bonpastor. Si è laureato in Antropologia Culturale nel 2001 all’Università di Roma “La Sapienza” con una tesi sulle contraddizioni della cooperazione internazionale allo sviluppo basata sul lavoro sul campo nella periferia di Managua (Nicaragua), valutata con la più alta nota summa cum loude. A Barcellona si è occupato dell’impatto sociale delle trasformazioni urbane e dell’interazione tra memoria collettiva e lotte per il territorio, promuovendo progetti sovvenzionati dall’ICA e dal Memorial Democràtic de Catalunya. Mentrestant treballava com a educador social amb infants i Menors no acompanyats, interessant-se en les ideologies del control i en l’autonomia dels nens en l’espai públic.

A partire dal 2004 iniziò a lavorare sul campo nel quartiere delle case economiche del Bon Pastor, che veniva demolito. In collaborazione con un’associazione di residenti locali, e con un team di coordinamento del professor Manuel Delgado, la ricerca si è concentrata sulle forme di opposizione passate e presenti alla pianificazione e all’impatto della riconfigurazione dello spazio sulla quotidianità e sulle percezioni degli abitanti, con particolare interesse per le dinamiche dell’immigrazione e dell’esclusione, sulle tecniche di risoluzione dei conflitti e sull’autonomia dei bambini. Nel 2009 questo lavoro è stato sovvenzionato dall’Inventari del Patrimoni Etnològic de Catalunya, e la monografia “La ciutat horitzontal: Lluita social i memòria col•lectiva a les cases barates de Barcelona”, è stata pubblicata nel 2015 in catalano e in spagnolo.

Nel 2007-2008 ha frequentato la formazione “Ethnopsychiatrie des nouveaux désordres psychosociaux” presso il Centro Georges Dévereux dell’Università di Parigi VIII, focalizzandosi da allora sull’etnotecnica per la gestione dei conflitti e problemi psicologici, in particolare le pratiche di adorcismo legate alle confraternite sufi. Ha soggiornato a Larache (Marrecos) nel periodo 2009-2010, e sta attualmente studiando l’adattamento di queste tecniche al contesto della diaspora in Europa, e analizzando le applicazioni dell’antropologia spaziale nell’intervento sociale e terapeutico.

E-mail: Stefanoportelli1976@gmail.com

Pubblicazioni (controlla anche la pagina personale):

Activist*scholar collaborations in times of crisis, and beyond: Reflections on ‘Urban Activism: Staking Claims in the 21st Century City’

From the Horizontal to the Vertical

Pietro Saitta, Prendere le case

Eviction and displacement from the neighbourhood of Douar Wasti in Casablanca, Morocco

“The Cry of the Excavator. Notes on the social impact of urban renewall”

La ciudad horizontal. Urbanismo y resistencia en un barrio de casas baratas de Barcelona

“La ciutat horitzontal, Lluita social i memòria col·lectiva als marges de Barcelona”

“The casas baratas of Bon Pastor: a worker’s reservoir on the edges of Barcelona”.

“Sul mito della partecipazione cittadina a Barcellona: dall’urbanismo franchista al ‘modello’ democratico”

“Repensar Bonpastor: una intervención multidisciplinaria independiente en un barrio afectado por la transformación urbanística”

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Juan Granero

21/04/2011 admin 0

Nato a Xàtiva (València) nel 1993. Ha studiato studi universitari presso l’Universitat Catòlica de València (UCV). Laureato in Antropologia Sociale e Culturale presso l’Universitat de Barcelona (UB), e Master in Antropologia ed Etnografia presso questa stessa università.

Interessati alle questioni urbane e all’antropologia religiosa. Ha svolto lavori sul campo nella città di Barcellona e nel Paese Valenciano. Ha difeso il suo TFG con il titolo “Música sin permiso: Apropiación y significación del espacio urbano a propósito del músico itinerante en el metro de Barcelona”. Attualmente sta lavorando alla sua TFM, provvisoriamente intitolata: “Donde los santos fuman: Ritual y Subalternidad en un pueblo del interior valenciano”, in cui cerca di ricostruire la storia della zona attraverso un rituale emergente di festa. È membro di vari gruppi di ricerca diversi da Perifèries Urbanes. Tra di loro: GREMHER dell’Universitat de Barcelona e del Grupo de Treball d’Antropologia, Imatge i Cultura Visual (IVAC) di l’Institut Català d’Antropologia.…

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Iván Ramírez

21/04/2011 admin 0

Iván Ramírez Osorio (Bogotá, 1993) ha studiato antropologia presso il Colegio Mayor Nuestra Señora del Rosario a Bogotá, Colombia. Attualmente è allievo del master in antropologia ed etnografia presso l’Universitat de Barcelona. Fa parte del gruppo di ricerca associato all’Institut Català d’Antropologia (ICA) Perifèries Urbanes e al progetto di ricerca e sviluppo (R & S) MOVER.

Il suo Master’s Final Work (TFM) cerca di descrivere le relazioni, le associazioni e le temporalità che le infrastrutture hanno con le persone, le entità governative e le entità economiche.

In particolare, opera sul caso della stazione ferroviaria ad alta velocità (AVE) incompiuta a La Sagrera, le implicazioni che i processi di pianificazione ed esecuzione del progetto hanno sulla vita quotidiana delle persone che convivono la Stazione e sulle varie reti che compongono questo mega-progetto.…

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Foto di Montjuïc, Barcellona

10/04/2011 admin 0
Quattro foto della montagna di Montjuïc, quando ancora ci viveva gente sopra. Anche se per la storia vi erano solo "baracche", c'è chi ricorda case, titoli di proprietà, strade e numeri civici. Queste foto vengono dalle collezioni private degli ex abitanti del quartiere "Eduardo Aunós" nella Zona Franca. I vecchi "baraccati", quasi tutti andalusi e mursiani appena arrivati, dovettero lasciare le loro case negli anni '20 perché sul monte si celebrasse l'Esposizione Universale; furono riubicati nelle Casas Baratas, ma anche da lì i loro figli e nipoti furono sgomberati a partire dagli anni '90. Il bisogno di terreno ricade di nuovo sulle spalle dei migranti; non importa da quante generazioni siano nella loro "terra d'accoglienza".