No Image

Memoria della riappropriazione urbana a New York

22/03/2012 admin 0
Lower East Side, il piccolo, enigmatico e ancora resistente quartiere di Manhattan (NYC), conserva le tracce di una lunga storia di occupazione e controcultura testimoniata in numerosi spazi: case, centri sociali, orti comunitari. Il quartiere negli ultimi decenni ha vissuto un forte processo di gentrification in cui le occupazioni hanno avuto un ruolo particolare nella rivalorizzazione dello spazio e della vita sociale locale. Uno di questi spazi accoglie un progetto molto interessante di recupero del patrimonio vivo del quartiere: è MORUS, il "museo degli spazi urbani rivendicati", Museum of Reclaimed Urban Space. Gli organizzatori di questo museo piccolo ma dinamico museo vogliono offrire una visione dell'occupazione degli spazi e della sua influenza nel quartiere in modo innovativo e allo stesso tempo sottolinearne le impronte vive lasciate sul territorio. In questo modo vogliono far vedere come i membri della comunità e le organizzazioni di base dell'East Village aiutarono a trasformare edifici abbandonati e terreni vuoti in luoghi di uso comunitario vibrante ed insieme contagioso per chi li visita da fuori.
No Image

Carnevale Re d’Europa: contro l’addomesticamento della festa

21/02/2012 admin 0
"Spesso il Carnevale ha rappresentato un momento di sfogo per le espressioni di malcontento popolare verso la classe politica: era proibito in Spagna durante la dittatura, con il pretesto che le maschere avrebbero potuto nascondere potenziali attacchi sovversivi dei guerriglieri 'rossi'". Anche se il Re Carnevale è stato addomesticato ormai nella maggior parte d'Europa, potrebbe rinascere in altri continenti: un gruppo di attivisti culturali del paese di Fremantle (Perth, Australia) da alcuni anni propongono un Carnevale in stile europeo arcaico: irriverente, controculturale, anticonformista. Nel frattempo, in alcune zone del vecchio continente, si sta recuperando il valore rivendicativo e contestatario che il Carnevale aveva in passato.
No Image

Le chiamano ancora baracche

09/02/2012 admin 0
La gentrification a Roma si estende in circoli concentrici intorno al buco nero del centro storico, attaccando quartieri che fino a poco tempo fa erano considerati periferie. A Tor Pignattara, il quartiere più densificato e poliglotta di Roma, gli speculatori dividono i palazzi in unità sempre più piccole, e minacciano le poche casette che rimangono: le continuano a chiamare "baracche" per legittimare la loro progressiva demolizione e sostituzione con nuovi palazzi. Criminalità organizzata e neofascismo si estendono su un territorio storicamente "rosso", mentre i politici approvano un "Piano casa" che non ha nulla di urbanistico, tranne la legalizzazione delle speculazioni edilizie. Però anche la resistenza comincia a riorganizzarsi.
No Image

Il massacro di Pinheirinho

31/01/2012 admin 0
La mattina del 22 gennaio 2012, 2000 agenti della polizia militare - con elicotteri, carri armati, cavalli, lacrimogeni - cominciarono lo sgombero della favela di Pinheirinho, a Sao Paulo (Brasil). Quasi 10.000 persone vivevano lì da 8 anni, ed avevano appena regolarizzato la loro situazione abitativa; l'operazione è stata promossa da un'impresa il cui propietario aveva dovuto abbandonare il paese per crimini fiscali nel 1990, e che vuole speculare sul terreno tenendolo vuoto. In preparazione alla Coppa del Mondo 2014 e delle Olimpiadi del 2016, circa 170.000 persone in tutto il Brasile sono minacciate di sgombero. Gli abitanti di Pinheirinho resistettero duramente, e lo sgombero provocò almeno 7 morti, e decine di feriti ed arrestati. Agli sfollati - ora ammassati in chiese o palestre - si offriranno case popolari; ma "coloro che si occupano di costruire case popolari sono parte della stessa élite sanguinaria, bugiarda e piena di pregiudizi che i governanti..."
No Image

Squatting in Europe

06/01/2012 admin 0
Squatting in Europe è una rete di ricerca su movimento squatter in Europa. Le origini dei suoi membri sono diverse: Brigthon, Madrid, Barcellona, Berlino, Copenaghen, Rotterdam, Roma, Catania, New York, Vermont, Amsterdam, Parigi..., così come le posizioni che hanno i diversi ricercatori (alcuni universitari, altri attivisti, altri a cavallo) e naturalmente mobili. A partire da questa diversità i membri condividono l'impegno e la vicinanza alle varie espressioni del movimento “okupa” (squatter), una pratica di dialogo e riflessione con i protagonisti di esperienze di questo tipo, ed un impegno nella pubblicazione di materiale copyleft e libero. Ogni volta che la rete si riunisce in una città si usano spazi occupati per le riunioni, aprendo il dibattito alla gente che usa ed abita gli spazi. Dal 2009 le riunioni sono state a Madrid, Milano, Londra, Berlino, Amsterdam; l'ultimo incontro (dicembre 2011) è stato a Copenhagen, tra la Bolsjefabrikken e la Youth House. I risultati di questo lavoro in rete ed incontri periodici è l'arricchimento dei vari lavori attraverso il dibattito e l'esperienza dei luoghi visitati, nonché la produzione di materiale collettivo da prospettive multisituate.
No Image

Baraka men sakate: basta silenzio!

17/12/2011 admin 0
"Questo popolo, che soffre in silenzio e striscia per le strade, ne ha abbastanza di girare a vuoto; / e LUI cosa fa? riunisce il suo consiglio per accomodare la costituzione! c'è da diventare matti! Vogliono che prendiamo le armi, per strappare i nostri diritti? Sono io che devo scegliere chi voglio sacralizzare! / E se ci vuoi capire, vieni a vivere con noi: dio, patria, LIBERTÀ!". Anche solo quest'ultima frase avrebbe potuto significare l'arresto per Mouade Boulghade (24 anni), rapper marocchino del quartiere Al-Wifaq di Casablanca conosciuto come "Lhaqed" (L7a9ed), l'indignato, in prigione da settembre. Ha modificato l'ultima frase dell'inno nazionale, sostituendo "libertà" a "il re": un attacco simbolico che per il Makhzen - il sistema di potere assoluto che da quattro secoli regna sul Marocco - è più intollerabile di tutte le manifestazioni del Movimento 20 febbraio.
No Image

Istanbul, città senza limiti. Video “Ekümenopolis”

15/11/2011 admin 0
"A Istanbul abbiamo superato i limiti ecologici, abbiamo superato i limiti della popolazione, abbiamo superato i limiti economici. Se mi chiedi dove ci porterà tutto questo, ti rispondo citando Doğan Kuban: al caos" Mücella Yapıcı, architetto.
No Image

Seminario permanente sugli spazi urbani

06/11/2011 admin 0
Ci siamo riuniti per la prima volta il 15 settembre all'Università di Barcellona: l'idea è di incontrarci ogni ultimo giovedì del mese, per scambiarci progetti e riflessioni su città e spazio urbano, un tema che sembra avere una fondamentale importanza per l'antropologia che si sta producendo in questo momento nella capitale catalana. Qualche nome tra i partecipanti del seminario: Omar Borrás,che lavora sul calcio degli immigrati di Cochabamba a Barcellona; Andres Antebi, che ha un progetto di antropologia visuale in una piccola piazza di Tangeri; Ariadna Mestre che studia il Forat de la Vergonya di Barcelona come spazio teatralizzato; Caterina Borelli che dopo aver lavorato sulla riforma del Raval sta ora facendo ricerca a Sarajevo; Marco Stanchieri che lavora sulla trasformazione del quartiere di Vallcarca; Muna Makhluff che sta facendo ricerca sul campo alla Barceloneta; Alba Marina che studia la rete nomade della "salsa brava" a Barcelona; Miguel Fernández che lavora sull'applicazione del "civismo" nella calle Robadors; Marc Dalmau che si è concentrato sull'impatto della trasformazione urbana della Colonia Castells sulla forma di vita dei suoi abitanti; e, naturalmente, Manuel Delgado che ci coordina e ci reprime.
No Image

“Negri” della periferia di Barcellona: giovani dominicani tra stigma e resistenza

26/10/2011 admin 0
…da sempre i negri lavorano come negri, perché i negri sono quelli che lavorano di più, per vivere come bianchi…” Simón, 16 anni, desde hace 7 en L’Hospitalet (BCN)
Los Kitasellos è il nome di uno dei gruppi giovanili della periferia dell'Area Metropolitana di Barcellona con cui lavora l'antropologo Luca Giliberti (Università di Lleida – Ricercatore FPU-ME). Togliersi le etichette ("quitarse los sellos") della differenza, per molti giovani dominicani de L'Hospitalet de Llobregat, significa resistere allo stigma, imposto anche a livello istituzionale, dalla propaganda elettorale, dalle continue retate della polizia, dai quotidiani alla ricerca di bande latine - e trasformare così la discriminazione in emblema di un'identità negra.
No Image

Distruggere e costruire: storia di una fabbrica

06/10/2011 admin 0
Venerdì 7 ottobre alle 19:30, proiezione del documentario Destruir y construir sulla fabbrica di Can Ricart, nel quartiere barcellonese di Poblenou. Can Ricart era un recinto di fabbriche attive a Barcellona da metà ottocento, alla cui construzione avevano collaborato importanti architetti del modernismo catalano. Durante l'euforia immobiliaria degli anni 2000-2008, il Comune aveva favorito la demolizione di una gran parte dei padiglioni, nonostante le proteste e gli studi dettagliati che chiedevano rispetto per il patrimonio industriale. Così come sta succedendo in altre parti della città, di recente è stato reso pubblico che non ci sono soldi per realizzare il "Museo delle lingue" - l'edificio misterioso, romantico e sostenibile che l'architetta Benedetta Tagliabue stava progettando nei padiglioni ancora in piedi.
No Image

II Congresso di giovani ricercatori urbani a Lisbona

12/09/2011 admin 0
Quattro anni dopo la prima riunione scientifica, la Second International Conference of Young Urban Researchers (SICYUrb) darà continuità a un'esperienza d'incontro interdisciplinare tra giovani ricercatori nell'ambito degli studi urbani. Di nuovo sarà l'Instituto Universitario de Lisboa (ISCTE-IUL) ad accogliere l'evento, che si svolgerà a Lisbona tra il 11 e il 14 Ottobre 2011. Gli obbiettivi di questo congresso sono: diffondere recenti ricerche in contesti urbani provenienti da diverse aree delle scienze sociali; discutere questioni teoriche e metodologiche attuali; costruire reti interdisciplinari e internazionali. Il nostro desiderio è che questo incontro sia dinamizzato da giovani ricercatori che lavorano e fanno ricerca nelle città - specialmente coloro che studiano in programmi post-laurea o di dottorato, ma anche quelli che stanno portando avanti attività tecniche e d'intervento sociale. Altre informazioni - Pagina web- Programma [PDF] - Orari.
No Image

Congresso di antropologia a León, 6-9 settembre 2011

25/08/2011 admin 0
Pagina web del Congresso: qui. Programma: qui. Alcuni simposi:
  • Città e cittadinanza: tra vetrina globale ed esperienza del luogo
  • Il senso dell'antropologia oggi, responsabilità dilemmi e azioni.
  • Etnografiare le resistenze.
  • Etnografie contemporanee delle violenze politiche.
  • Verso l'immaterialità del patrimonio, politica cultura e confliltto nella produzione del patrimonio immateriale.
  • La casa in una prospettiva antropologica.
No Image

Herstory of the revolution: donne ribelli in Egitto

11/08/2011 admin 0
"Permettere a mia figlia di dormire a piazza Tahrir, ovviamente, è stata una decisione rivoluzionaria. È l'effetto della rivoluzione sul nostro modo di vedere e fare le cose". Hanan Sadek, 52 anni, lavora in una compagnia petrolifera "Non dimenticherò mai quel soldato. Non mi guardava, cercava espressamente di non incrociare il mio sguardo, e piangeva. All'improvviso, cominciarono a sparare tutti insieme" Sanaa Seif, 17 anni, studente "Vivevamo con gli occhi chiusi. Non vedevamo quello che avevamo davanti agli occhi" Mona Hussein, 50 anni, casalinga Ogni settimana, l'equip indipendente di Leil-Zahra MORTADA mette su "Words of Women from the Egyptian Revolution" un piccolo video con la voce di una donna: la rivoluzione egiziana non si può raccontare solo come la classica storia virile (history) di eroi e martiri. Herstory è la versione che anche i fanatici della rivoluzione preferiscono evitare: perché l'esistenza di donne arabe ribelli, è una contraddizione troppo grande per la versione standard della storia.
No Image

Razzismo a “Santako”

07/08/2011 admin 0
Sei municipi intorno a Barcellona - Hospitalet, Badalona, Terrassa, Sabadell, Mataró, Santa Coloma de Gramenet - sono tra le dieci città più popolate della Catalogna. Ma solo a Hospitalet e Santa Coloma la densità di popolazione è così alta da superare quella di Barcellona, città compatta per eccellenza. Il caos urbanistico che caratterizza Santa Coloma de Gramenet è il risultato diretto della speculazione edilizia e della corruzione politica: e il razzismo persistente di alcuni settori della popolazione è l'altra faccia della mancanza di spazio e dell'incredibile diversità di origini che caratterizza la popolazione di Santako. Però se all'inizio del 20º secolo coloro che rifiutavano i "mursiani" della zona delle casas baratas almeno potevano vantare origini locali e lingua catalana, in questo secolo quelli che rifiutano e boicottano gli arabi, i cinesi, i latinoamericani, i rumeni della città sono essi stessi - in gran parte - migranti di seconda generazione. Il video Mézquita no! (2005) racconta il conflitto esploso per l'apertura di una moschea nel quartiere Singuerlín.