![No Image](https://periferiesurbanes.org/wp-content/themes/mh-magazine-lite/images/placeholder-medium.png)
“Negri” della periferia di Barcellona: giovani dominicani tra stigma e resistenza
“…da sempre i negri lavorano come negri, perché i negri sono quelli che lavorano di più, per vivere come bianchi…” Simón, 16 anni, desde hace 7 en L’Hospitalet (BCN)
![kitasellos](https://periferiesurbanes.org/wp-content/uploads/2011/10/kitasellos-300x180.jpg)
“…da sempre i negri lavorano come negri, perché i negri sono quelli che lavorano di più, per vivere come bianchi…” Simón, 16 anni, desde hace 7 en L’Hospitalet (BCN)
Le sere d'estate, il centro di Larache (porto atlantico a un'ottantina di km sud da Tangeri) si riempie di tutti gli emigranti che tornano dall'Europa per le vacanze. Macchine nuove, vestiti europei, atteggiamenti altezzosi: quasi ogni famiglia della città ha qualcuno che vive in Spagna, Inghilterra, Belgio, Francia, Olanda. A Larache - "la perla del nord" - il pesce abbonda, la verdura costa poco e le case non sono care. È stata qui, a inizio '900, la prima iniziativa di edilizia popolare di tutto il Marocco: il quartiere di Kalleto (Hay Jadid, Quartiere nuovo), costruito per i baraccati e i migranti dell'aroubía, le zone rurali. Ogni rissa, ogni notte di tensione, è vissuta con vergogna dagli abitanti del quartiere: perché ricorda loro che non stanno in Europa, dove tutto è perfetto, come paiono affermare gli shikis (pariolini) del centro ostentando la loro presunta ricchezza.
Il 15 ottobre 2010 è morta Maricica Haiaianu, infermiera rumena di 32 anni, dopo l'aggressione di un giovane italiano nella stazione metro di Anagnina a Roma. Su questo fatto (razzismo? sessismo? entrambi? o un complesso sistema di interazioni simboliche?), e sul contesto che lo ha provocato, scrive l'antropologo italiano Pietro Vereni. Questa è la traduzione del suo articolo allo spagnolo; l'originale in italiano si trova sul suo blog.
Lo siento, pero la cuestión es justamente étnica y de género. El asesinato por parte de Alessio Bertone de la enfermera Maricica Hahaianu en la estación de metro Anagnina de Roma, ha recibido mucha atención por parte de los periódicos, de la radio, de la televisión y de todos los medios de comunicación. La historia es esencialmente dramática en su banalidad (una nueva versión de la banalidad del mal, podríamos decir) y parecería una de esas trágicas “fatalidades” debida a la anomía de la vida urbana, a un sistema de relaciones sociales totalmente vacío de contactos personales y por lo tanto reducido a puro intercambio económico. Aunque no podamos pasar por encima de estos aspectos, y no hay duda que la vida en las metrópolis se caracteriza por un aumento de violencia aparentemente gratuita, pero creo que en este caso específico tenemos que investigar también su componente “étnica”, que no es absolutamente marginal como parecen suponer muchos periodistas y políticos: que han hablado de un caso de violencia que no hay que explicar absolutamente en términos de racismo o de tensión étnica.Copyright © 2024 | WordPress Theme by MH Themes