Sulukule: il primo quartiere gitano d’Europa

20/07/2011 admin 0
Qui si stabilirono i primi Rom che arrivarono a Istanbul intorno all'anno 1000, quando la città si chiamava Costantinopoli. Dopo mille anni di convivenza, il quartiere di Sulukule è stato la prima vittima della gentrification feroce con cui si sta insieme globalizzando e turchizzando la città.
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Larache d’estate

16/07/2011 admin 0

Le sere d'estate, il centro di Larache (porto atlantico a un'ottantina di km sud da Tangeri) si riempie di tutti gli emigranti che tornano dall'Europa per le vacanze. Macchine nuove, vestiti europei, atteggiamenti altezzosi: quasi ogni famiglia della città ha qualcuno che vive in Spagna, Inghilterra, Belgio, Francia, Olanda. A Larache - "la perla del nord" - il pesce abbonda, la verdura costa poco e le case non sono care. È stata qui, a inizio '900, la prima iniziativa di edilizia popolare di tutto il Marocco: il quartiere di Kalleto (Hay Jadid, Quartiere nuovo), costruito per i baraccati e i migranti dell'aroubía, le zone rurali. Ogni rissa, ogni notte di tensione, è vissuta con vergogna dagli abitanti del quartiere: perché ricorda loro che non stanno in Europa, dove tutto è perfetto, come paiono affermare gli shikis (pariolini) del centro ostentando la loro presunta ricchezza.

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Il fuoco e la parola: ancora antropologia militante

28/06/2011 admin 0
Come nei due post anteriori su teoria antropologica [post1 - post2], continuiamo a segnalare testi che possono aiutarci a capire le contraddizioni di un'etnografia "interna" all'attivismo sociale, cioè prodotta a partire dall'implicazione diretta in movimenti politici rivoluzionari, rifiutando la neutralità e la cosiddetta distanza etnografica, verso l'elaborazione di un'antropologia dell'azione.
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Cosa fare con il patrimonio industriale? azione e riflessione da Can Batlló (Barcellona)

21/06/2011 admin 0
Nonostante tutta la bibliografia accademica sui vantaggi della riconversione del patrimonio industriale (Tatjer 2008), la pratica abituale nella Barcellona postindustriale è stata la demolizione sistematica, spesso accompagnata dal mantenimento delle ciminiere: simboli fallici che più che il valore della memoria paiono celebrare l'annientamento della città operaia. Il conflitto sul grande complesso industriale di fine ottocento Can Batlló, 13 ettari semiabbandonati nel quartiere La Bordeta (Sants, Barcelona) vedeva opposte, come sempre, da un lato l'avidità dei proprietari, la complicità del Comune, e dall'altro le richieste e i bisogni degli abitanti del quartiere.
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La Battaglia Navale di Vallekas (Madrid): l’utopia come dispositivo identitario

10/06/2011 admin 0
Quest'anno sarà il 30º in cui, in piena periferia di Madrid, e nonostante le ripetute proibizioni del Distretto, si celebrerà la Batalla Naval de Vallekas: festa popolare e revindicativa che celebra l'indipendenza del quartiere e la sua proclamazione come porto di mare. L'antropologa Elizabeth Lorenzi, che si è tuffata nelle acque del quartiere nel 1998, ha pubblicato di recente un'etnografia della festa (disponible gratis en PDF) nella quale, partendo dalla Battaglia Navale, analizza le trasformazioni urbane e sociali che ha sofferto Vallecas negli ultimi anni, il ruolo che hanno giocato in esse i movimenti politici e sociali, e le implicazioni di tutto questo nella creazione e mantenimento dell'identità del quartiere. La Batalla Naval celebra e rinforza il vallekanismo: il quartiere come ambito di mobilitazione sociale. Un dispositivo simbolico attraverso il quale la lunga storia di lotte politiche, rivendicazioni e movimenti libertari vallecani passano a far parte integrante del processo di costruzione dell'identità del quartiere.
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Il sindaco di Barcellona, in un quartiere che lo mette a disagio

25/05/2011 admin 0
Questa foto ci è sempre piaciuta molto. Nel 2004 quello che è ora il nuovo sindaco di Barcellona ha visitato Bon Pastor: qui è nella casa barata di una famiglia di amici (e collaboratori) nostri. Ciò che ci ha sempre colpito della foto è la presenza, potremmo chiamarla così, delle diverse persone fotografate. L'uomo sulla destra, il nonno, la bambina, appaiono solidi, reali, forti. Il politico, là in mezzo, pare un ritaglio attaccato male su uno scenario che non gli appartiene, in cui si sente a disagio, dove non sa come muoversi. Ci sono luoghi che mettono a disagio il potere; e il potere - di destra, di sinistra, è uguale - fa di tutto per cancellarli dalla mappa.
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Congresso “Diritto alla città” ad Amburgo, dal 2 al 5 giugno

15/05/2011 admin 0
La rete "Diritto alla città" di Amburgo vi invita a confusioni collettivi, incontri e divertimenti. In diversi luoghi della città, tra il 2 e il 5 giugno 2011 ci saranno attività, programmate e non programmate. Vieni e *crea situazioni e folle *gira per la città e discuti per tutta la notte *celebra sull'asfalto e analizza l'abisso urbano *smonta le tue pratiche e salva le potenzialità urbane *vieni con noi al "Right to the City Congress" e porta i tuoi vicini e le tue vicine. Guarda i TEMI DEL CONGRESSO
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Poblenou 03-08 (Barcelona su Barcelona)

09/05/2011 admin 0
POBLENOU 03-08: Video del collettivo Suporttotal, che raccoglie buona parte del materiale di Jordi Secall su Poblenou tra il 2003 e il 2008. Foto di momenti storici come lo sgombero degli abitanti e la distruzione delle strade che ora sono il Parc Central, immagini di can Ricart e La Escocesa ancora vivi, l'entrata biblica della Makabra a can Ricart, e altre immagini più recenti in video, come i graffiti sul tetto del laboratorio artistico Caminal ora defunto, o lo sfratto di una familia della calle st. Francesc nell'estate 2008. Sono 11 minuti frenetici di musica, video e foto.
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Altri mondi esistono

04/05/2011 admin 0
Forse l'antropologia lentamente si sta liberando dalla zavorra del positivismo, per avviarsi finalmente verso il mondo contemporaneo. Nell' articolo di Low e Merry che apre il recente supplemento di Current Anthropology Engaged anthropology, diversity and dilemmas (2010), si nota come tra i commenti dei peers si dà poca importanza ai problemi dell' obbiettività e della neutralità, finora richieste a ogni etnografia che aspirasse al riconoscimento accademico. Forse l'establishment si sta finalmente accorgendo che l'implicazione personale e politica nelle lotte e rivendicazioni delle comunità con cui si lavora sono un arricchimento e non un ostacolo per la produzione di un sapere antropologico valido. Come sottolinea Micheal Herzfeld (2010) in Gentrification, engagement and the neoliberal hijacking of history, è un dovere etico dell'antropologia mostrare le alternative possibili al cinismo neoliberista, e renderle più comprensibili al pubblico.
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Due nuovi libri su Barcellona

02/05/2011 admin 0
Sono usciti di recente due libri di Chiara Ingrosso sulla storia urbana e architettonica di Barcellona. Il primo analizza le trasformazioni della città, dal franchismo fino ai progetti per il futuro; il secondo è un percorso attraverso quattro quartieri, la Barceloneta, il Poblenou, La Mina e Bon Pastor. Illustrati dalle fotografie di Mario Spada e scritti di fatto in continuità, i due volumi mostrano un’immagine dela capitale catalana ben diversa dal modello urbano che da anni incarna in Europa e nel mondo, evidenziandone i numerosi lati oscuri.
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Roma forestiera (gli usi della diversità)

23/04/2011 admin 0
Se per ragioni urbanistiche e speculative ci sono quartieri della città in cui si concentrano più stranieri (zoning), ovviamente nelle scuole di queste zone ci saranno più bambini/e nati da stranieri. È il caso del quartiere di Torpignattara, nella periferia est di Roma, dove una scuola elementare è da anni al centro di dibattiti pubblici in cui prevalgono parole come "ghetto", "emergenza", "allarme", "banlieue". Mentre i politici (di destra e di sinistra) dicono di essere preoccupati per l'"italianità" della scuola, le sue maestre stanno portando avanti un lavoro degno della migliore tradizione pedagogica italiana, usando la diversità come una risorsa per far fronte ai tagli e alla decadenza delle scuole pubbliche. Fino a quando li chiameranno stranieri? Roma sta cambiando, e mentre alcuni usano questa trasformazione per stimolare la guerra tra poveri, altri hanno capito il suo potenziale per superare il ristagno culturale e politico della cosiddetta "società italiana".
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Ainhara Del Pozo Nogales

21/04/2011 admin 0

Laureata in Scienze Politiche e Antropologia Sociale e Culturale. Ha partecipato ad un programma di mobilità accademica presso l’Università di Belgrano in Argentina. Ha completato il Master di Antropologia ed Etnografia (Università di Barcellona) dove ha realizzato uno studio etnografico sulle mobilitazioni per il miglioramento dei centri di assistenza primaria a Barcellona, ​​realizzando un caso di studio sul conflitto CAP Raval Nord.

Attualmente sta svolgendo studi di dottorato presso l’Università di Barcellona ricercando diversi movimenti sociali per la giustizia ambientale.

Fa parte del gruppo di ricerca Antropologia de les Crisis i les Transformacions Contemporànies (CRITS) (CRITS) presso l’Universitat de Barcelona. Partecipa inoltre al collettivo  Observatori d’Antropologia del Conflicte Urbà (OACU), e ai gruppi di lavoro Antropologia de l’Estat i de l’Acció Pública e  Perifèries Urbanes dell’ Institut Català d’Antropologia (ICA).

Linee tematiche: Antropologia politica, movimenti sociali e azione collettiva. Antropologia urbana, processi di gentrificazione, rivalutazione e trasformazione urbana.

Email: ainhara.delpozo(a)gmail.com

Academia.edu: https://ub.academia.edu/AinharaDelPozo

ORCID ID: https://orcid.org/0000-0001-7107-3889

Researchgate: https://www.researchgate.net/profile/Ainhara-Del-Pozo-Nogales

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Stefano Portelli

21/04/2011 admin 0

Controlla la sua pagina personale

Stefano Portelli (Roma, 1976), ricercatore indipendente presso l’Institut Català d’Antropologia, membro fondatore del Gruppo di Lavoro Perifèries Urbanes, amministratore del sito http://periferiesurbanes.org, e membro del collettivo multidisciplinare di antropologi, architetti e urbanisti Repensar Bonpastor. Si è laureato in Antropologia Culturale nel 2001 all’Università di Roma “La Sapienza” con una tesi sulle contraddizioni della cooperazione internazionale allo sviluppo basata sul lavoro sul campo nella periferia di Managua (Nicaragua), valutata con la più alta nota summa cum loude. A Barcellona si è occupato dell’impatto sociale delle trasformazioni urbane e dell’interazione tra memoria collettiva e lotte per il territorio, promuovendo progetti sovvenzionati dall’ICA e dal Memorial Democràtic de Catalunya. Mentrestant treballava com a educador social amb infants i Menors no acompanyats, interessant-se en les ideologies del control i en l’autonomia dels nens en l’espai públic.

A partire dal 2004 iniziò a lavorare sul campo nel quartiere delle case economiche del Bon Pastor, che veniva demolito. In collaborazione con un’associazione di residenti locali, e con un team di coordinamento del professor Manuel Delgado, la ricerca si è concentrata sulle forme di opposizione passate e presenti alla pianificazione e all’impatto della riconfigurazione dello spazio sulla quotidianità e sulle percezioni degli abitanti, con particolare interesse per le dinamiche dell’immigrazione e dell’esclusione, sulle tecniche di risoluzione dei conflitti e sull’autonomia dei bambini. Nel 2009 questo lavoro è stato sovvenzionato dall’Inventari del Patrimoni Etnològic de Catalunya, e la monografia “La ciutat horitzontal: Lluita social i memòria col•lectiva a les cases barates de Barcelona”, è stata pubblicata nel 2015 in catalano e in spagnolo.

Nel 2007-2008 ha frequentato la formazione “Ethnopsychiatrie des nouveaux désordres psychosociaux” presso il Centro Georges Dévereux dell’Università di Parigi VIII, focalizzandosi da allora sull’etnotecnica per la gestione dei conflitti e problemi psicologici, in particolare le pratiche di adorcismo legate alle confraternite sufi. Ha soggiornato a Larache (Marrecos) nel periodo 2009-2010, e sta attualmente studiando l’adattamento di queste tecniche al contesto della diaspora in Europa, e analizzando le applicazioni dell’antropologia spaziale nell’intervento sociale e terapeutico.

E-mail: Stefanoportelli1976@gmail.com

Pubblicazioni (controlla anche la pagina personale):

Activist*scholar collaborations in times of crisis, and beyond: Reflections on ‘Urban Activism: Staking Claims in the 21st Century City’

From the Horizontal to the Vertical

Pietro Saitta, Prendere le case

Eviction and displacement from the neighbourhood of Douar Wasti in Casablanca, Morocco

“The Cry of the Excavator. Notes on the social impact of urban renewall”

La ciudad horizontal. Urbanismo y resistencia en un barrio de casas baratas de Barcelona

“La ciutat horitzontal, Lluita social i memòria col·lectiva als marges de Barcelona”

“The casas baratas of Bon Pastor: a worker’s reservoir on the edges of Barcelona”.

“Sul mito della partecipazione cittadina a Barcellona: dall’urbanismo franchista al ‘modello’ democratico”

“Repensar Bonpastor: una intervención multidisciplinaria independiente en un barrio afectado por la transformación urbanística”

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Juan Granero

21/04/2011 admin 0

Nato a Xàtiva (València) nel 1993. Ha studiato studi universitari presso l’Universitat Catòlica de València (UCV). Laureato in Antropologia Sociale e Culturale presso l’Universitat de Barcelona (UB), e Master in Antropologia ed Etnografia presso questa stessa università.

Interessati alle questioni urbane e all’antropologia religiosa. Ha svolto lavori sul campo nella città di Barcellona e nel Paese Valenciano. Ha difeso il suo TFG con il titolo “Música sin permiso: Apropiación y significación del espacio urbano a propósito del músico itinerante en el metro de Barcelona”. Attualmente sta lavorando alla sua TFM, provvisoriamente intitolata: “Donde los santos fuman: Ritual y Subalternidad en un pueblo del interior valenciano”, in cui cerca di ricostruire la storia della zona attraverso un rituale emergente di festa. È membro di vari gruppi di ricerca diversi da Perifèries Urbanes. Tra di loro: GREMHER dell’Universitat de Barcelona e del Grupo de Treball d’Antropologia, Imatge i Cultura Visual (IVAC) di l’Institut Català d’Antropologia.…

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Iván Ramírez

21/04/2011 admin 0

Iván Ramírez Osorio (Bogotá, 1993) ha studiato antropologia presso il Colegio Mayor Nuestra Señora del Rosario a Bogotá, Colombia. Attualmente è allievo del master in antropologia ed etnografia presso l’Universitat de Barcelona. Fa parte del gruppo di ricerca associato all’Institut Català d’Antropologia (ICA) Perifèries Urbanes e al progetto di ricerca e sviluppo (R & S) MOVER.

Il suo Master’s Final Work (TFM) cerca di descrivere le relazioni, le associazioni e le temporalità che le infrastrutture hanno con le persone, le entità governative e le entità economiche.

In particolare, opera sul caso della stazione ferroviaria ad alta velocità (AVE) incompiuta a La Sagrera, le implicazioni che i processi di pianificazione ed esecuzione del progetto hanno sulla vita quotidiana delle persone che convivono la Stazione e sulle varie reti che compongono questo mega-progetto.…